Delitto D'Amico, l'appello del figlio di Antonia: "Donne, denunciate le violenze"

La donna fu uccisa a coltellate il 17 maggio. L'unico indagato è un egiziano 38enne

Rocco Mazza, 32 anni

Rocco Mazza, 32 anni

Lodi, 27 novembre 2015 - "Denunciate qualsiasi tipo di violenza. Sempre". È l’appello che Rocco Mazza, il figlio più piccolo di Antonia (da tutti conosciuta come Antonella) D’Amico, 54 anni, la donna uccisa a coltellate nella sua casa in corso Mazzini il 17 maggio e del cui omicidio è accusato il suo ex compagno, un egiziano di 38 anni senza fissa dimora, ha deciso di lanciare a tutte le donne che vivono nel silenzio nonostante i continui maltrattamenti. Rocco stringe la foto della madre tra le mani. Come fosse un santino capace di proteggerlo. A distanza di sei mesi dal terribile omicidio, la ferita è ancora aperta.

Le indagini della procura di Lodi sono quasi concluse e la presunta arma del delitto, un coltello rinvenuto solo qualche giorno fa, verrà sottoposta all’esame dei Ris di Parma lunedì mattina. Un esito fondamentale, la prova schiacciante capace di inchiodare l’unico sospettato, che dal 18 maggio 2015 è detenuto nel carcere della Cagnola. "Voglio sapere la verità – dice Rocco Mazza –. Cosa è realmente successo quella sera. Mi batterò perché ci sia una pena certa e pesante nei confronti del colpevole. Nessuno sconto per questo atroce delitto. L’uomo che ha ucciso mia madre dovrà restare in carcere per tanto tempo". Una vicenda che ha distrutto per sempre la vita della sua famiglia. Alla compagna di Rocco e ai due figli, Antonella D’Amico è sempre stata molto legata. Per questo l’obiettivo è che questo genere di episodi non si ripetano.

"Stiamo cercando di avviare una collaborazione con un’associazione contro la violenza sulle donne che ha sede a Milano – prosegue Rocco –. Di certo non ci fermeremo qui. Quando succede una cosa del genere non sai mai come reagire. Ti casca il mondo addosso. Non è facile andare avanti. I miei figli mi chiedono della nonna. Non è facile raccontare quello che è successo. Per questo non voglio che un episodio del genere possa succedere in altre famiglie. Sono convinto che sia fondamentale che le donne denuncino i loro carnefici. Quando si subiscono violenze e maltrattamenti in casa, il silenzio non è la soluzione".

Lui, insieme al fratello Luigi, è stato tra i primi a scoprire il cadavere della madre poche ore dopo l’atroce delitto. Il corpo nudo riverso sul letto in una pozza di sangue. "Purtroppo è una scena che non dimenticherò mai più – racconta Rocco –. Quanta violenza in quella casa. Macchie di sangue ovunque. Sui muri, sulle porte, per terra. Quel pomeriggio erano con me anche i miei figli e la mia compagna. Anche per loro non sarà facile dimenticare".