Terremoto, pompieri di Lodi pronti a partire

I permanenti del comando provinciale sono tra i primi in lista per dare il cambio ai colleghi già operativi

I mezzi dei vigili del fuoco

I mezzi dei vigili del fuoco

Lodi, 26 agosto 2016 - Terremoto: ricognizione della direzione regionale, vigili del fuoco di Lodi pronti a partire. Sono i permanenti del comando provinciale di Lodi, da un minimo di 5 a un massimo di 9 unità della sezione operativa, tra i primi in lista per dare il cambio ai pompieri già operativi nelle terre del centro Italia colpite dal sisma. I pompieri sono la componente operativa della protezione civile nazionale. E quindi ieri mattina c’è stata una ricognizione della direzione regionale preposta a organizzare l’intervento delle squadre. Seguirà un incontro oggi a Milano. Un lavoro coordinato che si garantisce per evitare sovraffollamento inutile di soccorritori e spreco delle risorse disponibili.

Si attende quindi l’imminente chiamata per turnare con i pompieri già presenti in loco e offrire soprattutto manovalanza. Quando il Governo deciderà infatti di azionare le ruspe per rimuovere parti di tetto, travi, solette e macerie di dimensioni importanti, si potrà agire diversamente. Al momento invece serve solo gente di buona volontà e forza che invece aiuti a scavare manualmente, fino a un massimo di 5 giorni, senza sosta, per estrarre più persone possibili dalle case di roccia che si sono sbriciolate dopo le scosse. E anche i lodigiani, in cuor loro, sperano di poter vivere il miracolo di trovare più civili in vita possibili. O almeno di essere utili per garantire degna sepoltura alle vittime della colossale tragedia.

In caso la chiamata fosse immediata, partiranno i pompieri già in turno nel servizio di 12 ore, giornaliero o notturno, che gli spetta normalmente. Chi resterà sul territorio, tra cui l’importante forza dei volontari di Sant’Angelo e Casale, garantirà le sostituzioni. Se invece ci sarà tempo di organizzarsi, saranno stabiliti nuovi turni. In questo modo, in caso di emergenze lodigiane, il Corpo interverrà come sempre. All’epoca del terremoto di Aquila i professionisti lodigiani si erano già dati da fare. Ma il sisma in quel caso era diverso, dato che ora si tratta di case di borghi antichi che spesso sono letteralmente sbriciolate. Quindi in questa fase il personale Saf Speleo alpino fluviale giunto in ausilio allora e esperto di tecniche capaci di aumentare il livello di sicurezza dei soccorritori e migliorare il servizio offerto alla popolazione in particolare in quelle situazioni in cui, a causa dello specifico scenario incidentale, non sono utilizzabili i normali mezzi in dotazione, non serviranno. A Lodi c’è anche un mezzo, utile a uomini addestrati a dovere, da sfruttare in caso occorrano puntellamenti degli stabili o opere provvisionali per evitare successivi crolli. Quindi su questo specifico fronte il supporto dalla provincia potrebbe venire utile più avanti. A Lodi invece non ci sono mezzi per il movimento terra.