La terra trema nel Lodigiano e il maxideposito di gas fa paura

Dopo il terremoto l’inquietudine dei comitati popolari

Una manifestazione del comitati Nogas (Cavalleri)

Una manifestazione del comitati Nogas (Cavalleri)

Muzzo di Cornegliano Laudense (Lodi), 12 settembre 2016 - Il terremoto di intensità 3.3 della scala Richter che sabato, attorno alle 17.15, ha avuto come epicentro Caravaggio, in provincia di Bergamo, chiaramente avvertito anche nel Lodigiano, risollevato le proteste del Comitato Ambiente e Salute sulle perforazioni in atto per lo stoccaggio di due miliardi di metri cubi di gas naturale nel sottosuolo alle porte di Lodi. «Lo dice anche l’Ispra che non è opportuno autorizzare insediamenti a rischio Seveso in territori vicini a faglie sismiche - afferma il portavoce Roberto Biagini -: noi ripetiamo da 4 anni che non è accettabile mettere un impianto come questo qui, dove c’è una faglia».

Emmanuele Cavalli ha un dottorato in geologia. E subito precisa: «Il terremoto di sabato è svincolato da qualsiasi attività dell’uomo; l’ipocentro, infatti, è stato registrato ad una profondità di 31 chilometri. Ma ci ricorda che siamo in una zona sismica di medio rischio dove possono verificarsi scosse anche di magnitudo 6, come ad Amatrice. Dunque è opportuno non realizzare impianti a rischio. Lui, residente alla Muzza, come altri residenti ha «sentito i vetri vibrare» durante le perforazioni. «La Lombardia, già altamente inquinata e densamente popolata, si trova in zona sismica, tra le Alpi e l’appennino. È già riconosciuto che le attività di perforazione possono generare microterremoti fino a 3 di magnitudo. Non è escluso che, in zone già sismiche, questi eventi possano innescare terremoti di più ampia scala».

E ancora: «Perché non fornire mappe in cui si vieti di costruire impianti ad alto rischio in zona sismica? Viviamo in un ambiente geodinamico movimentato, perché collocarvi impianti di stoccaggio che caricano e scaricano un enome ‘peso’ di gas, con deformazioni del terreno? Perché non c’è trasparenza sul monitoraggio microsismico? In Lombardia, a causa dei sistemi di faglia, il 20-30% di pozzi ancora produttivi viene sigillato con tappi di cemento perché diventati inagibili. Ormai il gas non è la fonte energetica del futuro».