Casaletto Lodigiano, 27 ottobre 2016 - «Provinciale dissestata, lancio un appello alla Provincia prima che qualcuno si faccia male». Parla Mario Smacchia, di 75 anni, residente a Casaletto Lodigiano. «Qui in paese abbiamo un tratto di provinciale, la 166, che è davvero pericoloso e spero quindi di sensibilizzare il presidente della Provincia Mauro Soldati, benché conosca la condizione economica dell’ente, a cercare soluzioni per metterla in sicurezza prima che succeda il peggio – incalza il cittadino – a suo tempo in Provincia mi era stato risposto che il Lodigiano aveva altre priorità di intervento, ma poi è stata realizzata una bellissima provinciale per Comazzo che però finisce nel paese e quindi serve a meno persone rispetto alla nostra». «Credo che nel 2016 sia impossibile avere una strada così vicino al centro abitato. E sento quotidianamente tante altre persone che, seppur non esponendosi pubblicamente come sto facendo io, protestano per aver subito danni a gomme e cerchi dovuti alle infinite buche che si incontrano lungo la carreggiata e altri motivi riguardanti la sicurezza». Per Smacchia «sulla provinciale, larga sì e no due metri, quando passa un camion le biciclette devono accodarsi o rischiano l’investimento. Inoltre con la nebbia, che sta arrivando, è di difficilissima percorrenza». Per il lodigiano «uno dei punti più pericolosi, ad esempio, oltre all’intero tratto che ha un asfalto che non viene rifatto da almeno 5 anni e quindi è distrutto e alla mancanza totale di righe bianche che segnalino la banchina, è quello del «ponticello».
È un ponte che va nei campi e sovrasta un canale irriguo e non essendo ben segnalato si rischia di finirci dentro arrivando dalla provinciale. È a sinistra, andando verso Pavia e sembra la prosecuzione della strada. In sostanza chi abita qui lo sa ma le tante persone che invece sono di passaggio, per lavoro o altro, rischiano davvero grosso». Nel tempo sulla provinciale 166 ci sono stati diversi incidenti «che per fortuna non sono mai stati gravi – testimonia Smacchia – ma è per questo che chiedo alle istituzioni di intervenire».