Il processo a Uggetti entra nel vivo: l’ingegner Ligi sapeva delle indagini

Nella quinta udienza emerge che il dirigente dell'ufficio comunale aveva poi informato il sindaco della possibilità che il bando piscine fosse sotto l'occhio della finanza

L’ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti

L’ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti

Lodi, 23 febbraio 2017 - "Ma cosa state combinando in Comune sul bando delle piscine?". La sera del 5 aprile 2016, il dirigente dell’ufficio tecnico comunale, Giovanni Ligi, 47 anni, resta impietrito davanti alle parole pronunciate dall’allora comandante del Nucleo di polizia tributaria di Lodi, Giampaolo Lo Turco. Era bastata una battuta, una piccola allusione a una possibile indagine delle Fiamme gialle sul bando per la gestione delle piscine del Belgiardino e di via Ferrabini che da qualche settimana era stato pubblicato dal Comune, per far scattare il panico a Palazzo Broletto. A raccontare l’episodio è stato lo stesso ingegnere comunale, ieri, nella quinta udienza del processo che vede imputati per turbativa d’asta l’ex sindaco Simone Uggetti, il dirigente comunale Giuseppe Demuro, l’avvocato Cristiano Marini e l’imprenditore Luigi Pasquini.

Quel giorno, il 5 aprile 2016, Ligi era stato chiamato a testimoniare dalla Guardia di finanza per un’altra vicenda, quella della truffa del carburante, che al Comune era costata circa 80mila euro di danni. "Dopo l’interrogatorio – ha raccontato Ligi rispondendo alle domande del giudice Lorenza Pasquinelli – il comandante Lo Turco mi accompagnò in Comune dove sarebbe iniziato il Consiglio comunale. E proprio in quell’occasione mi fece qualche allusione a possibili indagini. Allora, appena arrivai in Broletto, decisi di andare da Simone (Uggetti, ndr) per raccontare quello che avevo sentito". Da quel momento, infatti, negli uffici del Broletto la tensione era alle stelle. La conferma arriva anche dalla intercettazioni. "E se formattiamo?", aveva detto Uggetti al telefono con Marini il 6 aprile 2016, il giorno dopo la rivelazione di Ligi. Si tratta dell’intercettazione-chiave dell’inchiesta, che avrebbe poi portato alla decisione di formattare i due hard disk del computer dell’ex primo cittadino per nascondere le prove della turbativa d’asta e al successivo arresto del 3 maggio. Marini, in quell’occasione, aveva risposto con una battuta: "Se formattiamo tutto il computer (sorride)... mi sparo in testa". "No, estrai tutti i documenti e formatti", aveva ribattuto Uggetti. Le indagini della Finanza, però, erano iniziate già l’8 marzo, appena dopo la denuncia della funzionaria comunale Caterina Uggè.

Nell'udienza di ieri sono stati chiamati a testimoniare anche il segretario comunale Silvio Masullo e l’architetto dell’ufficio tecnico del Comune, Fabrizio Agostinis. Entrambi, insieme allo stesso Ligi, erano nella commissione giudicante che aveva assegnato alla Sporting Lodi la gestione delle piscine scoperte della città. A sorpresa, anche l’ex sindaco Uggetti ha reso dichiarazioni spontanee per spiegare i rapporti tra il Comune e Sporting Lodi sulla gestione della nuova piscina Faustina, realizzata in project financing e costata circa 14 milioni di euro. Uggetti ha spiegato al giudice Pasquinelli i motivi dell’affidamento alla municipalizzata Astem e alla privata Sport 64 delle quote che la cooperativa Iter di Ravenna, finita in liquidazione, aveva in Sporting Lodi. "Con Iter la piscina non funzionava e tre rate del mutuo da 800mila euro annui non erano state pagate – ha rimarcato –. C’era grande preoccupazione da parte nostra. Una spada di Damocle sulla testa del Comune. Perciò avevamo deciso di intervenire. La Banca Popolare, che aveva concesso il prestito, non avrebbe accettato un’ulteriore rata non pagata. Avevamo rinegoziato il mutuo da 20 a 30 anni, e abbassato la rata a 600mila euro annui".