Omicidio di Pordenone: "Vogliamo la verità sulla nostra Teresa, non abbiamo fretta"

La coppia fu fulminata da cinque colpi di pistola calibro 7,65 sparati nel buio di un parcheggio di Pordenone

I fidanzati Teresa Costanza e Trifone Ragone

I fidanzati Teresa Costanza e Trifone Ragone

Zelo Buon Persico, 11 ottobre 2016 - Quella di ieri per la famiglia Costanza è stata una giornata di dolore e fatiche, per la prima udienza del processo per il duplice omicidio di Pordenone. Nella maledetta sera del 17 marzo 2015, i Costanza persero un pezzo della loro vita: Teresa, di soli 30 anni, e il suo fidanzato Trifone Ragone, appena 28enne. La coppia fu fulminata da cinque colpi di pistola calibro 7,65 sparati nel buio di un parcheggio di Pordenone. «Sono sicura che avremo giustizia», sono state le uniche parole sussurrate dalla mamma di Trifone all’uscita dall’aula della Corte d’Assise di Udine, dove si è tenuto il processo. Sete di verità e parole di speranza, cui si sono aggiunti anche Rosario e Carmelina Costanza, genitori di Teresa: «Siamo fiduciosi – ha precisato il papà, stretto alla moglie e ai due figli sul treno che li riportava a casa nella loro Zelo Buon Persico, nel Lodigiano –. Gli inquirenti hanno lavorato molto e bene. È stata però una giornata molto difficile per tutti noi, anche se sappiamo che siamo solo all’inizio».

Una giornata resa ancor più complicata poi dalla vista, a pochi passi di distanza, di Giosuè Ruotolo, il 27enne commilitone di Trifone Ragone unico imputato per il duplice omicidio dei due sfortunati amanti. «Ce l’abbiamo avuto davanti tutto il tempo – confessa Rosario in un sospiro -. Come lo abbiamo visto? Ci è sembrato piuttosto rotondetto rispetto al passato – trova la forza di ironizzare –. Mi fa piacere constatare che in carcere lo trattino molto bene», riesce soltanto ad aggiungere, stringendo i pugni mentre ripensa invece alla fine della sua Teresa. Ma dall’altra parte della barricata la convinzione dell’innocenza del militare campano è altrettanto incrollabile: «È stata una giornata impegnativa – il commento a caldo di Roberto Rigoni Stern, avvocato difensore di Ruotolo – ma direi che è andata bene. Dei 153 testi che abbiamo citato soltanto uno è stato rifiutato dalla corte – chiarisce – e siamo anche riusciti a far stralciare dal dibattimento diversi documenti e fascicoli invocati dall’accusa». Una battaglia legale che si prefigura lunga e difficile, ma che vedrà, a quasi due anni dal duplice omicidio, un giro di udienze che si susseguiranno a ritmo serrato, con altri due appuntamenti nelle prossime due settimane e ben cinque udienze già calendarizzate a novembre. Lunedì prossimo toccherà alla procura giocare le sue carte.