Omicidio di Pordenone, la famiglia di Teresa chiede 2 milioni di euro di danni

I genitori dalla ragazza uccisa: "Una tragedia che si sarebbe potuta evitare: la caserma di Cordenons ha enormi responsabilità"

Carmelina e Rosario Costanza con una foto della figlia uccisa

Carmelina e Rosario Costanza con una foto della figlia uccisa

Zelo Buon Persico, 24 ottobre 2017 - «Una tragedia che si sarebbe potuta evitare: sulla morte di Teresa e Trifone la caserma di Cordenons ha enormi responsabilità». È pronto a chiedere i danni al ministero della Difesa l’avvocato di parte civile Giacomo Triolo, che rappresenta la famiglia della lodigiana Teresa Costanza, la 30enne uccisa col fidanzato Trifone Ragone nel parcheggio del palasport di Pordenone il 17 marzo 2015. Nel processo a Giosuè Ruotolo, il 28enne militare campano accusato del duplice omicidio, siamo ormai alle battute finali. Dopo il pm Pier Umberto Vallerin, che ha concluso la requisitoria venerdì scorso, chiedendo la pena dell’ergastolo con isolamento diurno di due anni per l’imputato, ieri è toccato alle parti civili formulare le richieste ai giudici della corte d’Assise di Udine. L’avvocato Triolo, che concluderà oggi la requisitoria, ha già anticipato che rimarcherà con forza il ruolo della caserma nella vicenda che ha portato alla morte della coppia per mano di Ruotolo.

«Dobbiamo insistere sul fatto che il Ministero ha enormi responsabilità su questa vicenda – spiega l’avvocato Triolo –. In caserma tutti sapevano delle continue tensioni tra Giosuè e Trifone. Questa è una circostanza che è emersa durante il dibattimento in aula. In caserma, da parte dei superiori, c’è stata una grande reticenza. Perché qualcuno non è intervenuto per dividerli? I militari avrebbero dovuto informare il Ministero e i superiori di quello che stava accadendo. Trifone e Giosuè non dovevano restare a stretto contatto. Ma non è stato fatto nulla per evitare che la situazione degenerasse. Se gli avessero divisi appena dopo il litigio ci sarebbe stata la possibilità di salvare la vita a Trifone e Teresa».

La famiglia della lodigiana Teresa Costanza chiederà oggi alla corte d’Assise di Udine 2 milioni di euro di risarcimento danni all’imputato Ruotolo (1,2 milioni di euro per i genitori Rosario e Carmelina Costanza, 800mila euro per i due fratelli Sergio e Calogero) e 50mila euro di provvisionale. «Non c’è prezzo per quantificare il dolore di una famiglia distrutta dal dolore – spiega il legale della famiglia –. L’unica cosa che chiediamo con forza è che ci sia una pena certa nei confronti dell’imputato. In caso di condanna cercheremo in tutti i modi di evitare che Ruotolo possa ottenere sconti perché non sarebbe corretto nei confronti di una famiglia, come quella dei Costanza, completamente distrutta per la morte della loro figlia. Speriamo che questo fine pena mai venga rispettato. Siamo fiduciosi». Il 30 e il 31 ottobre toccherà agli avvocati di Ruotolo parlare in aula. La sentenza di primo grado è attesa il 7 novembre.