Delitto di Pordenone, l’amico di Trifone ricorda: "Un uomo fuori dalla palestra"

Zelo Buon Persico, 9 maggio 2017 - «La sera del duplice omicidio ho visto un uomo che era all’esterno della porta della palestra e guardava spaesato all’interno come per cercare qualcosa o qualcuno. Uno degli istruttori gli ha detto che poteva accomodarsi, lui gli ha fatto qualche domanda sui dischi e poi è andato via». Simone Quarta, uno degli amici e colleghi di Trifone Ragone, il militare pugliese ucciso il 17 marzo 2015 insieme alla fidanzata, la lodigiana Teresa Costanza, nel parcheggio del palasport di Pordenone, ha ricostruito così gli attimi prima del duplice omicidio. Quarta è stato ascoltato ieri come primo di una dozzina di testi della difesa chiamati per la ventisettesima udienza del processo a carico di Giosuè Ruotolo, il militare campano di 27 anni, unico imputato del doppio delitto.

«Il 17 marzo sono andato in palestra – ha detto Quarta –. Trifone era già in pedana a fare gli esercizi, dopo un pò è arrivata Teresa e abbiamo scambiato qualche parola. Era sereno e tranquillo come sempre». Quarta ha riferito anche di aver visto una volta Ragone «maneggiare una fiala con una sostanza scura», probabilmente di sostanze anabolizzanti, precisando poi su domanda di accusa e parti civili che «Trifone si era sempre detto contrario agli anabolizzanti». Al teste è stata mostrata anche una foto, trovata sul telefonino di Ragone, di un bagagliaio di un’auto al cui interno c’erano armi, «una è in dotazione alla nostra caserma», precisando che «potrebbero essere state armi usate per la guardia e poi riportate in armeria«. Il teste ha riferito infine che Trifone non gli parlò mai di sms molesti a Teresa o di screzi con Ruotolo.