Fidanzati uccisi a Pordenone: "Quel ‘pervertito’ ha acceso i sospetti"

Prosegue il processo in Corte di Assise ad Udine per il duplice omicidio della lodigiana Teresa Costanza e del militare Trifone Ragone

Teresa Costanza e Trifone Ragone

Teresa Costanza e Trifone Ragone

Lodi, 14 febbraio 2017 - Prosegue il processo in Corte di Assise ad Udine per il duplice omicidio della lodigiana Teresa Costanza e del militare Trifone Ragone, uccisi il 17 marzo 2015 nel parcheggio del palasport di Pordenone. Ieri, durante la diciassettesima udienza, è stato ascoltato in aula il tenente colonnello Anna Bonifazi del Rocis, il reparto che era stato attivato nell’ottobre 2015 per fare un’analisi del soggetto che poteva nascondersi dietro al profilo ‘Anonimo Anonimo’. «Sono state trovate ricorrenze ‘stilistiche’ di sms con Ruotolo - ha spiegato ai giudici Bonifazi -. Qualitativamente nei messaggi di Anonimo Anonimo e quelli che si scambiavano Giosuè e la fidanzata manca la parte emozionale: un fatto che li rende simili. Si è così arrivati alla conclusione che l’ideazione dei messaggi poteva essere della Patrone, mentre la realizzazione poteva essere di Giosuè. Nell’attività ha destato interesse l’utilizzo del termine ‘pervertito’ riferito a Trifone. Un termine particolare (non ripetitivo, quindi non occorso più di 5 volte) che solitamente non viene utilizzato dai giovani. Il termine è stato trovato sia in Anonimo Anonimo che in un messaggio che la Patrone manda al fidanzato riferito a altra persona. Una coincidenza che ha fatto riflettere. Trifone era odiato, ma per i coinquilini era comunque un modello da imitare. Soprattutto per Ruotolo». Determinante sarà la testimonianza di Maria Rosaria Patrone, la 25enne, a processo per favoreggiamento, che verrà ascoltata in aula entro fine mese. «Il quadro accusatorio è sempre più grave nei confronti dell’imputato Ruotolo» dichiara l’avvocato Giacomo Triolo che rappresenta la famiglia di Teresa Costanza.