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— CODOGNO —
RESTA UN MISTERO quale ente deve accollarsi l’onere del servizio navetta per i ragazzi delle scuole superiori portatori di handicap. Ieri mattina la conferenza stampa dell’assessore ai servizi sociali provinciale Mariano Peviani non ha sciolto i dubbi. Anzi, forse la situazione si è ulteriormente ingarbugliata, se non lo fosse già abbastanza. Ieri Nadia Bosi, la mamma codognese la quale è costretta ad accompagnare a scuola, a bici o a piedi, il proprio figlio 15enne affetto da sindrome di Down, ha preso atto dell’ennesimo rinvio. «All’inizio delle lezioni, il 13 settembre scorso, non si è mosso nulla, ma nemmeno ai primi giorni ottobre quando in Municipio mi era stato assicurato che la situazione si sarebbe sbloccata — spiega Nadia Bosi — prendo atto di quanto sta avvenendo. L’altro giorno mi ha contattata pure Alessandro Manfredi che è presidente del gruppo Intesa che raccoglie enti ed associazioni per i disabili del territorio. Vedremo se ci saranno schiarite sulla vicenda. Io credo che il buon senso si stia scontrando con la burocrazia. L’ho ribadito l’altro giorno all’ufficio istruzione quando sono stata convocata insieme ad altre famiglie ed abbiamo parlato con l’assessore Mario Grazioli. Credo si potrebbe trovare una via d’uscita. D’altronde sarebbero solo dieci-quindici minuti di viaggio per accompagnare qualche bambino. Ma mi è stato risposto che nemmeno il servizio che porta le persone dalle frazioni in centro durante i giorni di mercato può essere utilizzato perchè i tempi non si incastrano tra di loro. Mi è stato suggerito che la Croce Lodigiana effettua il servizio di accompagnamento scolastico: per esempio ne usufruisce uno scolaro di Codogno ed uno di San Fiorano».

NADIA BOSI sottolinea la necessità di intervenire per garantire il servizio «perché l’anno prossimo si ripresenterà il problema visto che vi sono altri adolescenti alle medie che frequenteranno le scuole superiori». Resta dunque ancora un rebus irrisolto il trasporto scolastico previsto per legge, ma che ad oggi viene rimpallato tra gli enti locali. Intanto, oggi il figlio 15enne di Nadia dovrebbe tornare a scuola dopo alcuni giorni trascorsi a casa. «Vedo di arrangiarmi alla mattina — dice la donna —. La bicicletta adesso si è pure rotta. Mi affido ancora alla generosità di Francesca, la bidella codognese dell’Istituto tecncio agrario che si è resa disponibile a darci un passaggio fino a casa quando finisce il lavoro. Addirittura alcuni giorni fa, pur dovendo entrare in servizio alle 10, è venuta lo stesso a prendere mio figlio a casa prima delle 8». Ieri era pure arrivata la dura presa di posizione della Lega per i diritti delle persone con disabilità (Ledha) la quale, in una nota, ha pure minacciato di ricorrere alla magistratura qualora «nelle prossime settimane questa grave situazione lesiva dei diritti degli alunni con disabilità non venga rimossa».

L’ASSOCIAZIONE si rivolgeva a tutte le province lombarde e faceva riferimento sia al trasporto scolastico che ai servizi ad personam. Per la Ledha spetta alle province organizzare i servizi di supporto perchè venga garantita l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità nelle scuole superiori.
Mario Borra