{{IMG}} 2010-08-25
CERRO AL LAMBRO
«LASCIATI A CASA dalloggi al domani, senza giusta causa». Si respira aria di tensione a Cerro, dopo il licenziamento di 16 lavoratori della coop Papavero impiegati alla Gls, azienda logistica di via Autosole 8. Lunedì sera le persone che hanno ricevuto il benservito si sono presentate davanti ai cancelli per chiedere spiegazioni. Attorno a loro un cordone di carabinieri, che ha controllato documenti e permessi di soggiorno (gli operai della Papavero sono per lo più africani). Gli stessi operai ieri hanno raggiunto la sede dellIspettorato del lavoro e nel pomeriggio hanno incontrato i sindacati Cobas per concordare azioni di protesta. «Colpevoli di aver scioperato due volte senza preavviso, lo scorso inverno», sono le motivazioni del licenziamento. «Motivazioni inaccettabili dice Fulvio Di Giorgio, del Cobas . I lavoratori hanno esercitato un diritto, chiedendo condizioni umane». Tra febbraio e marzo gli addetti della Gls hanno promosso presidi sfociati, talvolta, in tafferugli con le forze dellordine. «Abbiamo avanzato richieste legittime. Siamo stati accerchiati da polizia e carabinieri attacca Di Giorgio . Oggi, unaltra doccia fredda: 16 persone che, al rientro dalle ferie, si trovano senza lavoro». I licenziati chiedono il reintegro. Il Cobas ha creato una Cassa di resistenza a sostegno delle loro famiglie e promette lotta dura. A.Z.
CERRO AL LAMBRO
«LASCIATI A CASA dalloggi al domani, senza giusta causa». Si respira aria di tensione a Cerro, dopo il licenziamento di 16 lavoratori della coop Papavero impiegati alla Gls, azienda logistica di via Autosole 8. Lunedì sera le persone che hanno ricevuto il benservito si sono presentate davanti ai cancelli per chiedere spiegazioni. Attorno a loro un cordone di carabinieri, che ha controllato documenti e permessi di soggiorno (gli operai della Papavero sono per lo più africani). Gli stessi operai ieri hanno raggiunto la sede dellIspettorato del lavoro e nel pomeriggio hanno incontrato i sindacati Cobas per concordare azioni di protesta. «Colpevoli di aver scioperato due volte senza preavviso, lo scorso inverno», sono le motivazioni del licenziamento. «Motivazioni inaccettabili dice Fulvio Di Giorgio, del Cobas . I lavoratori hanno esercitato un diritto, chiedendo condizioni umane». Tra febbraio e marzo gli addetti della Gls hanno promosso presidi sfociati, talvolta, in tafferugli con le forze dellordine. «Abbiamo avanzato richieste legittime. Siamo stati accerchiati da polizia e carabinieri attacca Di Giorgio . Oggi, unaltra doccia fredda: 16 persone che, al rientro dalle ferie, si trovano senza lavoro». I licenziati chiedono il reintegro. Il Cobas ha creato una Cassa di resistenza a sostegno delle loro famiglie e promette lotta dura. A.Z.
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