2010-06-30
— LODI —
SARÀ ASCOLTATO il 26 luglio, con la formula dell’incidente probatorio dal gip di Milano Giuseppe Vanore, il ragazzino di 17 anni del Bangladesh che, stando alle indagini della Procura di Milano, avrebbe subìto per tre anni abusi da parte di don Domenico Pezzini, il prete 73enne della Diocesi di Lodi (ma da tempo trasferito a Milano) finito in carcere il 24 maggio scorso con l’accusa di violenza sessuale.

A CHIEDERE l’incidente probatorio, per “cristallizzare” la prova, ossia il racconto del giovane, in vista di un eventuale processo, sono stati il procuratore aggiunto Pietro Forno e il pubblico ministero Cristiana Roveda, che coordinano le indagini. E il giudice ha dato il via libera.

SECONDO L’ACCUSA, il ragazzo, che al tempo dei primi presunti abusi aveva 14 anni e vive in una situazione di disagio, tra il 2006 e il 2009, avrebbe subito violenze nella casa milanese del religioso. I giudici del Riesame, nelle motivazioni dell’ordinanza con cui hanno confermato il carcere per il religioso, hanno scritto che don Pezzini ha avuto «l’astuzia» di accreditarsi «agli occhi» dei genitori del ragazzo oggi 17enne del Bangladesh e degli operatori sociali «come un sacerdote animato da propositi di aiuto verso il minore», prima di compiere gli abusi. La difesa assicura che l’indagato non chiederà patteggiamenti o riti abbreviati perché sicuro della propria innocenza. Don Pezzini è rinchiuso a San Vittore dove - a detta del suo avvocato - riceve in media 50 lettere di solidarietà ogni settimana. R.Lo.