{{IMG}} 2010-06-24
@BORDERO: LODI
ED MARTINEZ, presidente della Fondazione Ups, è venuto da Atlanta (Usa) a Lodi per consegnare alla Fondazione Danelli 48 mila dollari (circa 39mila ) per realizzare la tensostruttura per lo svolgimento in esterno della terapia Aba (applied behavior analysis) ai bimbi affetti da autismo. «Mi ha colpito dice Aurelio Ferrari (da sinistra
Francesco Maria Chiodaroli, il referente Ups Italia Frank Sportari, Martinez e Ferrari), presidente della Danelli che Ups chieda ai dipendenti di dedicare ore al volontariato e che faccia corrispondere al loro impegno un contributo alla Fondazione (1.895 ore nel 2009 per 275 dipendenti di Ups Italia e 230mila dollari a 7 associazioni)». Grazie a Elena Ghidoni e altre mamme, dipendenti Ups si impegnarono a carnevale a fare una festa per i disabili della Danelli, ottenendo il contributo. «Dopo 2 anni sconfortanti - racconta Roberta Menga, di Milano - siamo venuti qui: con la terapia Aba, che coinvolge scuola e famiglia, i cambiamenti sono stati rapidi. Mio figlio non parlava, non potevo cambiare strada senza che urlasse. Sta imparando a essere autonomo e, con la terapia in piscina, gioca con gli altri. Stiamo pensando di trasferirci qui».
ED MARTINEZ, presidente della Fondazione Ups, è venuto da Atlanta (Usa) a Lodi per consegnare alla Fondazione Danelli 48 mila dollari (circa 39mila ) per realizzare la tensostruttura per lo svolgimento in esterno della terapia Aba (applied behavior analysis) ai bimbi affetti da autismo. «Mi ha colpito dice Aurelio Ferrari (da sinistra
Francesco Maria Chiodaroli, il referente Ups Italia Frank Sportari, Martinez e Ferrari), presidente della Danelli che Ups chieda ai dipendenti di dedicare ore al volontariato e che faccia corrispondere al loro impegno un contributo alla Fondazione (1.895 ore nel 2009 per 275 dipendenti di Ups Italia e 230mila dollari a 7 associazioni)». Grazie a Elena Ghidoni e altre mamme, dipendenti Ups si impegnarono a carnevale a fare una festa per i disabili della Danelli, ottenendo il contributo. «Dopo 2 anni sconfortanti - racconta Roberta Menga, di Milano - siamo venuti qui: con la terapia Aba, che coinvolge scuola e famiglia, i cambiamenti sono stati rapidi. Mio figlio non parlava, non potevo cambiare strada senza che urlasse. Sta imparando a essere autonomo e, con la terapia in piscina, gioca con gli altri. Stiamo pensando di trasferirci qui».
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