2010-03-09
di LAURA DE BENEDETTI
— LODIVECCHIO —
PER TROVARE un nome significativo da dare alla neonata cooperativa tutta al femminile sono dovute tornare indietro di oltre 2 mila anni, alla dea egizia Isis (o Iside), simbolo di maternità e fertilità diffusosi in tutto il bacino del Mediterraneo in era precristiana, ma anche colei che, come recita un antico papiro, era considerata “Signora della Terra” ovvero la divinità che aveva reso “il potere delle donne uguale a quello degli uomini”. Nome a parte, la Cooperativa Isis è del tutto calata nella realtà e punta ad erogare servizi alle famiglie dando lavoro proprio alle donne. Presidente e fondatrice (insieme alle consigliere Anna Federica Azzali, Pierangela Pedrazzini e Stefania Toti) è Loredana Losi.
Com’è nata Isis?
«Ne avevamo parlato spesso e ora ci siamo decise. Io sono stata presidente del Consiglio provinciale, poi consulente della Provincia per le Pari opportunità. Continuando su questo fronte vorrei promuovere iniziative sul tema della conciliazione dei tempi fra vita lavorativa e familiare, base portante per dare alternative alla donna rispetto al lavoro di cura, che per il 90% grava ancora su di lei. Inoltre il mondo del lavoro è decisamente cambiato, non ci sono più orari codificati. Abbiamo voluto così pensare a servizi per le donne e le famiglie dando allo stesso tempo prospettive di lavoro a donne che sono state espulse dal mondo del lavoro e non trovano collocazione».
Il primo impegno?
«Quello più immediato è supportare le famiglie durante le vacanze scolastiche di Pasqua, dall’1 al 9 aprile. Proponiamo delle “vacanze fantasia”, all’interno della scuola “Gramsci”, dove faremo fare i compiti ai bambini da 3 a 11 anni e giocheremo. Il costo è di 80 euro per 6 giorni dalle ore 8 alle 16; per il pranzo i bambini dovranno portare il cestino. Cerchiamo di tenere le tariffe basse, per aiutare le famiglie, ma allo stesso tempo pagare il giusto al personale».
Più in generale quale sarà il vostro campo d’azione?
«Bisogna anche saper sognare. Ci piacerebbe che, a fronte di un problema, la famiglia pensi: “Chiamo Isis”. Vogliamo approntare servizi di emergenza, garantire un aiuto alla donna che ha il figlio ammalato e rischia di perdere il posto o la credibilità se non va al lavoro. Lo stesso dicasi per gli anziani se chi li cura si deve allontanare e così via. Vorremmo creare un settore di servizi integrativi che diano respiro ai cittadini. Ma proponiamo anche di organizzare eventi, feste; vogliamo fare corsi per animatrici, assistenti familiari, e d’informatica perché spesso le donne più indietro. Lavoreremo su tutta la Provincia: il prossimo passo sarà contattare tutti i comuni».
L’obiettivo più grande?
«Creare, quando gli enti preposti ci daranno una mano, una casa per le donne maltrattate, di cui il Lodigiano sente il bisogno. Ho fondato in Provincia un centro antiviolenza ma si capiva la mancanza di un luogo dove accogliere le vittime in sicurezza».
Volete anche dare lavoro. Cosa offrite?
«Ci possono essere un lavoro subordinato o una collaborazione pagata ad ore, dipende dal tipo di attività e di richieste. Comunque noi siamo senza scopo di lucro, non possiamo fare utili. Eventuali candidate possono mandarci il loro curriculum».