2010-01-28
di TIZIANO TROIANELLO
— SANTO STEFANO LODIGIANO —
PICCOLE stazioni lodigiane dimenticate. Lungo la linea ferroviaria Piacenza—Lodi sono gli scali di ridotte dimensioni ad evidenziare in questo momento le maggiori sofferenze. Qui l’alta tecnologia della Tav sembra lontana anni luce. Nel panorama spicca la situazione di degrado della stazione di Santo Stefano Lodigiano, immersa nella campagna ai bordi del paese. Codogno e Casalpusterlengo sono in condizioni migliori, merito di restauri recenti, ma hanno anche loro «partite aperte». Secugnago ha qualche «magagna». Ieri mattina un paio di operai erano al lavoro proprio davanti alla stazione di Santo Stefano. Nessun inizio però di interventi di riqualificazione: erano stati chiamati solo per un lavoro di sistemazione delle tubature sotterranee. Qui è impossibile per i viaggiatori munirsi di biglietto: il distributore automatico è fuori uso, oggetto di ripetuti atti vandalici. Ironia della sorte, al suo fianco, sono invece perfettamente in ordine le modalità di utilizzo della macchinetta. Chi invece si fosse munito di biglietto di viaggio acquistandolo in altre stazione o in altri punti vendita autorizzati, non può obliterarlo. La macchinetta obliteratrice non c’è, è stata rimossa dal supporto. Chi sale sui convogli, se non si ricorda di dirigersi subito verso il capotreno a denunciare la sua situazione di irregolarità rischia di ritrovarsi anche multato. A Santo Stefano fermano ogni giorno poco più di 40 treni, diretti essenzialmente verso Milano e Piacenza. Due sono i binari a disposizione.

LA SALA d’attesa è da «mani nei capelli»: esiste solo un pannello con gli orari delle partenze (il cui vetro è peraltro in gran parte imbrattato da scritte), dei due monitor, che dovrebbero fornire in tempo reale le informazioni agli utenti, ne funziona solo uno. L’altro è completamente spento. Il sottopassaggio che conduce al secondo binario è anch’esso imbrattato con scritte di varia natura, i muri sono scrostati in diversi punti e alcuni gradini appaiono particolarmente scivolosi. C’è sporcizia un po’ dappertutto.
Lo scalo viene utilizzato quotidianamente da una cinquantina di persone; molti dei residenti del paese e dei centri immediatamente limitrofi, preferiscono convergere su Codogno.
I parcheggi per le auto, nelle immediate vicinanze, sono due o tre. C’è anche un piccolo spazio protetto per lasciare le biciclette. I servizi igienici sono inaccessibili e lasciati al degrado.

NETTAMENTE differente la situazione che appare alla vista a Codogno. Lo scalo è più curato. Si registrano però problemi alle sale d’attesa.
Quella principale è in ordine, ma chiusa, mentre le due poste tra il secondo e il terzo binario sono invece in completo abbandono, chiuse e sporche.
I vetri sono imbrattati e le porte di ingresso guaste. Ad una manca addirittura una maniglia.

NEI MESI scorsi il sindaco di Codogno Emanuele Dossena aveva scritto anche una lettera alle ferrovie per sollecitare un intervento urgente di riqualificazione proprio per queste due sala, ma, evidentemente, il suo «allarme» è stato finora ignorato. A Casalpusterlengo la sala d’attesa invece è aperta e pulita, così come i servizi igienici. Il problema principale lamentato qui dai viaggiatori riguarda la biglietteria aperta solo dal lunedì al venerdì e solo al mattino. A Secugnago infine, la stazione si trova in periferia, lontano dal paese. Il distributore automatico di biglietti è fuori servizio. La porta di ingresso della sala d’attesa ha un vetro rotto: al suo posto cellophane e scotch. L’ambiente è comunque ben riscaldato e le panchine sono in ordine. Manca un tabellone con l’indicazione dei treni in arrivo.