A Codogno lettera dal lager datata 1944. Sorpresa per il sindaco: "Era mio nonno"

Un cittadino romano ha trovato la missiva e ha contattato il Comune di Codogno per scoprire chi fosse il mittente

Il nonno del sindaco Passerini

Il nonno del sindaco Passerini

Codogno (Lodi), 27 gennaio 2017 - La memoria struggente e drammatica, del nonno nel campo di concentramento nazista riaffiora proprio a pochi giorni dalla commemorazione della liberazione del lager di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa. Una lettera indirizzata ai parenti di un soldato, tenuto prigioniero, mai arrivata a casa, è uscita dall’oblio della storia nei giorni scorsi sul banco di un mercatino delle pulci di Pomezia.

A trovarla è stato un appassionato di storia che, letto il nome del mittente, ha chiamato il Comune di Codogno per capire chi fosse. Una storia incredibile, fatta di coincidenze e di ricordi, che diventa ancora più stupefacente visto che quel fante di soli vent’anni era il nonno dell’attuale sindaco Francesco Passerini. Alcuni giorni fa, la telefonata in municipio. Il signor Gianluca Parente voleva informarsi sull’identità di Mario Passerini che aveva firmato una lettera, datata 1944, con penna blu, con tanto di indirizzo: Codogno, via Zoncada. È bastata una ricerca ai funzionari per scoprire che si trattava dell’avo del sindaco. "Mi ha contattato per dirmi che è disposto a regalarmi la lettera con la busta che ha comprato – ha spiegato Passerini –. Una missiva mai arrivata a casa del mio bisnonno Emilio. Ho avuto la scansione e ho potuto quindi già leggerla". Su carta intestata e con le righe, che i nazisti chiedevano diligentemente di rispettare, si scorrono le notizie che il soldato fa sapere ai famigliari (a cui da del voi) dal campo di prigionia tedesco, un cosiddetto ‘arbeitlager’, situato tra Lipsia e Dresda. "Grazie del tabacco che mi avete inviato" e domanda anche se sia possibile far arrivare calze e maglie, chiede conto di alcuni pulcini comperati dalla famiglia, sperando di poter tornare presto per vederli trasformati in galline.

Un ragazzo semplice Mario Passerini, nichelatore, spedito sul fronte slavo dopo l’armistizio di Badoglio. Catturato dai tedeschi e spedito in un lager, è rimasto prigioniero dal 13 settembre del 1943 al 9 maggio del 1945. Il sindaco tiene in mano le foto del nonno, scomparso nel 2009 e il libretto di colore rosso dove il nome di Mario era segnato come prigioniero di guerra. "È tornato che pesava 38 chili – ricorda –. Il ritrovamento della lettera ha emozionato me così come i miei genitori, in primis mio padre Giuseppe. Tra qualche giorno l’avrò in mano, dopo oltre 70 anni, e sarà bello ripercorrere uno dei momenti della tragica permanenza di Mario in Germania".