Casaletto, la frazione si schiera con l'oste: "Mario ha difeso la sua famiglia"

Cattaneo ha sparato e ucciso un ladro entrato nel suo ristorante

In primo piano da sinistra  Claudio Bariselli, il sindaco  Giorgio Marazzina  e l’onorevole Guido Guidesi

In primo piano da sinistra Claudio Bariselli, il sindaco Giorgio Marazzina e l’onorevole Guido Guidesi

Casaletto Lodigiano, 12 marzo 2017 - Barricato in casa. Mario Cattaneo, 67 anni, il titolare dell’Osteria dei amis che nella notte fra giovedì e venerdì ha ucciso a colpi di fucile un ladro che era entrato per rubare nel suo ristorante a Gugnano, frazione di Casaletto Lodigiano, è rimasto tutto il giorno nel suo locale insieme alla moglie Fiorenza e al figlio Gianluca. Il ristoratore, ora indagato dalla Procura di Lodi per omicidio volontario, ha il sostegno di tutta la frazione. Cattaneo però ha voluto incontrare solo gli amici più stretti. Un via vai costante di persone, davanti all’osteria di Gugnano, che è iniziato intorno alle 10 e terminato all’ora di pranzo. Cattaneo ha raccontato la sua versione dei fatti agli amici, chiedendo loro, però, di mantenere il più stretto riserbo. «Ho incontrato Mario stamattina (ieri per chi legge, ndr) – spiega Roberto Smacchia, che abita a Casaletto –. Ho parlato con lui per qualche minuto. Ho visto l’enorme fasciatura al braccio per le ferite che ha riportato durante la colluttazione con i ladri. Ha cercato di difendere la propria famiglia, ha avuto paura per i tre bambini piccoli, i suoi nipoti, che vivono nella stessa abitazione con lui».    Tra le persone che hanno incontrato Mario Cattaneo tanti conoscenti, prima dell’arrivo del sindaco di Casaletto Lodigiano, Giorgio Marazzina, i leghisti Guido Guidesi e Claudio Bariselli, che in silenzio si sono diretti dentro il locale. «Chiediamo solo che la legge venga rispettata – dice Angelo Ungherini, che vive a pochi metri dal locale –. Mario è una persona tranquilla e sicuramente sta male per quello che è successo. Dispiace per la morte del malvivente, per la sua famiglia che adesso starà soffrendo, ma non è possibile accettare che un gruppo di banditi possano entrare nella propria proprietà privata e fare quello che vogliono». Solidarietà anche da Ettore Pedrazzini che abita a Caselle Lurani, ma che quasi ogni giorno si reca al locale di Gugnano per un bicchiere di vino e due chiacchiere: «Conosco Mario da almeno 20 anni – spiega Pedrazzini –. Non è mai stato aggressivo. Sarà successo qualcosa senza il suo volere. Certo è sceso al piano terra con il fucile, ma in quei casi come fai a non avere paura? Sono convinto che il colpo sia partito in maniera accidentale». In silenzio è rimasto anche Pietro Colombi, 76 anni, il vicino di casa di Cattaneo, unico testimone della vicenda accaduta poco prima dell’alba di venerdì: «Non riuscivo a dormire – ha raccontato Colombi prima di essere ascoltato dagli inquirenti – e ho sentito l’allarme del bar. Sono andato ad aprire la finestra della mia sala e ho visto quattro persone che urlavano: Mario Cattaneo, l’uomo che ha sparato, la moglie, la nuora e il figlio. In quel momento in particolare la moglie gridava al marito spingendolo in casa: Metti giù questo fucile. E Il figlio gridava al padre: Perché hai caricato il fucile?. Poi ho chiesto a Mario se l’avesse preso e lui mi ha risposto Sì, l’ho preso».