Festival Fotografia Etica, è rush finale

Lodi, finora già settemila presenze. Le doppie visite hanno fatto sì che i visitatori aumentassero. In campo oltre cinquecento volontari

Una delle iniziative della kermesse piena di pubblico

Una delle iniziative della kermesse piena di pubblico

Lodi, 23 ottobre 2016 - Continua il successo del Festival della Fotografia Etica, che con questi due giorni è arrivato al suo terzo e penultimo weekend di apertura. Manca ancora un fine settimana al traguardo, ma è già possibile realizzare un bilancio parziale di questa edizione, che porta, con tradizioni ormai consolidate, anche interessanti novità: "Finora abbiamo avuto cinquemila visitatori standard, cioè persone che vengono a vedere le nostre esposizioni negli orari di apertura il sabato e la domenica – spiega Alberto Prina, uno degli organizzatori – ai quali si sommano i duemila studenti di scuole superiori di Lodi ma anche di fuori, come alcune scolaresche venute dalle province di Reggio Emilia, Brescia, Torino e Milano che sono venuti a visitare le mostre tramite il progetto Educational. Funzionano bene le novità: le doppie visite hanno incrementato il numero dei visitatori e anche il weekend supplementare, richiesto a gran voce dalla città e in particolari da quei locali che da sempre collaborano con entusiasmo al Festival, non minaccia di ridurre le visite, anzi. Bene anche il lavoro degli oltre cinquecento volontari e la qualità dei quaranta spazi Off, dove sono esposti scatti anche di grandi protagonisti del fotogiornalismo italiano come Livio Senigallesi".

E gli ospiti autorevoli, italiani e internazionali non sono mancati in questo weekend: ieri mattina Francesco Comello, vincitore dello Spot Light Award 2016, e Arnau Bach, finalista a diversi primi internazionali, hanno raccontato tramite una visita guidata i propri lavori, il primo su una comunità di recupero russa e il secondo sulla vita nelle banlieue parigine.

I visitatori hanno potuto poi compiere un ulteriore viaggio in Russia, stavolta non vicino a Mosca ma in Siberia, con Elena Chernysova, che con la sua "Days of Night – Nights of Day" racconta la storia dei cittadini di Nolrisk, città siberiana costruita grazie al lavoro dei prigionieri dei gulag, molto popolata e inquinata, situata in mezzo alle montagne e per questo mai veramente esposta al sole, nemmeno durante i quattro mesi in cui splende sempre, e non molto collegata col resto del mondo, i cui abitanti però cercano il più possibile di avere una vita normale, con molti eventi di socialità come gite nei dintorni e serate in discoteca. Laura Aggio Caldon ha invece esposto il suo lavoro sullo sfruttamento dei bambini profughi in Libano e Alberto Prina e Aldo Mendichi hanno raccontato il loro reportage sull’Ulster, l’Irlanda del Nord.