"Mio figlio, disabile ma brillante, deve poter seguire corsi universitari"

Lodi, la battaglia di una mamma a favore di una maggiore inclusione

Alessandra Casula con il figlio Federico

Alessandra Casula con il figlio Federico

Lodi, 16 giugno 2017 - Colmare un vuoto normativo per permettere a ragazzi con disabilità motorie gravi, che non abbiano sostenuto la maturità ma possiedano particolari inclinazioni, di intraprendere un percorso universitario affiancati da una figura che li possa accompagnare e sostenere, come già accade a scuola e all’università per i disabili che vi accedono con un diploma, avendo sostenuto l’esame di Stato a conclusione delle superiori.

Questo è l’obiettivo di Alessandra Casula, avvocato e mamma di Federico Leone Bonifati, 23 anni, un ragazzo affetto da una grave disabilità motoria dall’intelligenza molto vivace e appassionato di scrittura, letteratura e teatro, che vorrebbe intraprendere il prossimo anno un percorso universitario in linea con le sue inclinazioni assieme a un tutor che lo segua, ma che non potendo sostenere l’esame di maturità si vede per il momento negato questo diritto: «Federico fino al terzo anno di liceo ha seguito il programma obiettivi minimi, che abbracciava tutte le materie scolastiche e gli avrebbe consentito di prendere il diploma. Successivamente, anche per sopraggiunti motivi legati alla sua salute, ha scelto di seguire soltanto le materie letterarie, sulle quali riceverà una valutazione finale e un certificato delle competenze, che gli consentirà di iscriversi all’università soltanto come uditore ai corsi singoli, senza programmazione, assistenza educativa e la possibilità di costruire un percorso» spiega Casula, che sta già discutendo con un docente della Cattolica sulla questione.

Quello di Federico non è l’unico caso: «Altri ragazzi affetti da gravi disabilità motorie (che quindi precludono loro la possibilità di svolgere lavori manuali, ndr) in possesso di un semplice diploma delle competenze ma interessati a proseguire con un piccolo percorso universitario, hanno potuto accedervi, ma dovevano essere accompagnati dai genitori – dice la mamma –. Spero di trovare tra le righe della normativa un modo per far sì che ministero dell’Istruzione, atenei e famiglie trovino un accordo per permettere a studenti come mio figlio di compiere un percorso universitario accompagnati da una figura di sostegno, senza conseguire una vera e propria laurea ma raggiungendo comunque degli obiettivi formativi. Questo diritto si può evincere da vari articoli della Costituzione: il 2, che valorizza la persona in tutte le formazioni sociali, il 3, dove è enunciato il principio di eguaglianza e tutti quelli relativi all’istruzione universitaria Anche gli studenti universitari potrebbero essere coinvolti, ricevendo dei crediti formativi se impegnati in attività di accompagnamento dei disabili e di presa degli appunti». Federico ha dimostrato di possedere un talento notevole: ha imparato a leggere a tre anni, ha scritto, utilizzando uno strumento apposito, l’unicorno o la mano sinistra diversi testi teatrali per il Laboratorio degli Archetipi come “La vita è un fanciullo che gioca” e altri per la Notte di Santa Lucia e la Notte dei Fuochi, il libro “Ho il teatro nel cuore” e alcune brevi poesie messe in musica da Improbanda.