Casaletto, la verità della perizia balistica: "L’oste Cattaneo sparò alla cieca"

Resta ancora da capire il momento esatto in cui partì il colpo

MARZO 2017: L'OSTE DI CASALETTO

MARZO 2017: L'OSTE DI CASALETTO

Casaletto Lodigiano, 11 luglio 2017 - Nella vicenda resta da chiarire ancora un aspetto cruciale. Se Mario Cattaneo, il ristoratore di 67 anni titolare dell’Osteria dei Amis di Gugnano, piccola frazione di Casaletto Lodigiano, abbia sparato il colpo di fucile subito dopo aver sfondato la porta che lui e il figlio Gianluca non riuscivano ad aprire perché i ladri l’avevano bloccata con una corda di nylon e un mobile sul quale erano appoggiati dei pezzi di cartone. Oppure se il colpo sia partito accidentalmente, come dice lui, mentre stava cadendo per terra mentre uno dei ladri tentava di disarmarlo afferrando le canne della doppietta che imbracciava. intanto l’esito della perizia dei Ris di Parma, disposta dalla Procura di Lodi, ha evidenziato che quella notte tra il 9 e il 10 marzo scorso, il proiettile del fucile di Cattaneo aveva attraversato il cartone molto alto sistemato dai malviventi da parte a parte. Un tiro alla cieca, senza che l’oste avesse chiaro cosa si nascondesse nel cortile della sua proprietà.

Da chiarire, invece, se il colpo abbia colpito alla schiena Petru Ungureanu, il ladro romeno di 32 anni che aveva fatto irruzione nel suo locale insieme a tre complici per rubare qualche pacchetto di sigarette e 60 euro dalla cassa. "Aspettiamo che la perizia ci venga notificata - spiega l’avvocato Vincenzo Stochino, che assiste il ristoratore –. Dovrebbero esserci sulla canna del fucile le tracce di uno dei tre ladri che provava a strappare l’arma a Cattaneo. Dall’esame della traiettoria è già stato evidenziato che il colpo è stato sparato dal basso verso alto. Attendiamo fiduciosi di risolvere la vicenda". Per ora, la Procura di Lodi, ha iscritto il ristoratore di Gugnano nel registro degli indagati per omicidio volontario. La ricostruzione del ristoratore Mario Cattaneo non ha mai convinto gli inquirenti. Cattaneo, infatti, non aveva mai parlato durante gli interrogatori di un cartone sistemato dai ladri per limitare la visuale. Erano stati i carabinieri, che avevano effettuato il sopralluogo nella proprietà, a trovare uno dei cartoni trapassato da parte a parte con un buco molto piccolo, segno di un colpo ravvicinatissimo. Inoltre, Cattaneo perché aveva avvertito le forze dell’ordine del furto, ma non di avere sparato? Il fucile, infatti, era stato riposto e messo in sicurezza (quindi scaricato), prima di essere consegnato ai carabinieri dal figlio. Questi i punti su cui il procuratore Domenico Chiaro sembra intenzionato a insistere per ricostruire la vicenda.