Lodi, rimossi i cartelloni pubblicitari abusivi

Dopo tre anni dalla prima richiesta, il vicesindaco "sceriffo" Lorenzo Maggi guida l'intervento per ripristinare il "decoro urbano"

Lorenzo Maggi sovrintende alla rimozione di un cartellone

Lorenzo Maggi sovrintende alla rimozione di un cartellone

Lodi, 7 novembre 29017 - Lotta ai cartelloni pubblicitari abusivi, nel nome del decoro urbano. Il vicesindaco “sceriffo Lorenzo Maggi ha fatto rimuovere cinque grossi impianti non autorizzati. Si tratta di cartelloni di 6 metri per 3, situati nelle strade più trafficate del capoluogo. Il primo è stato quello di via Cavallotti, verso l’uscita per Crema, segnalato al Broletto dai residenti di Campo di Marte più di tre anni fa. Un altro in viale Milano, viale Pavia, via San Colombano e nella zona dell’ospedale.

L’obiettivo, sintetizzato dal vicesindaco, è «Riportare la legalità in città». Dal 2014 a oggi, la battaglia, nonostante gli sforzi, è andata avanti faticosamente, sia perché i mezzi dell’amministrazione sono sempre più scarsi, sia perché l’obiettivo di «fare pulizia» si è scontrato con una macchina non sempre agguerrita. Quasi sempre, infatti, i cartelloni pubblicitari abusivi, montati in piena notte, risultavano di proprietà di società inesistenti o difficilmente rintracciabili, con gravi problemi per il Comune che doveva avviare un lungo iter per riuscire a intascare i soldi delle multe.

«Abbiamo sbloccato una situazione che dura da troppo tempo - spiega Maggi - L’intervento è stato effettuato senza costi per le casse comunali». Sul terreno demaniale non è rimasto più nulla. L’intervento è stato concluso ieri dagli operai. Adesso l’amministrazione sta pensando a un programma che dovrebbe servire da deterrente per gli imprenditori dediti all’abusivismo in città, dove gli impianti di grandi dimensioni sono vietati, mentre quelli più piccoli sono ammessi solo con autorizzazione. «Con il Comune e la Polizia locale ha lavorato anche la municipalizzata Astem - dice Maggi -. Su tante questioni stiamo effettuando controlli a tappeto».