Lodi, un nuovo direttore per il carcere

Alla guida della Cagnola arriva, da Vigevano, Davide Pisapia

Davide Pisapia, 48 anni

Davide Pisapia, 48 anni

Lodi, 24 settembre 2016 - Cambio della guardia alla guida della Casa circondariale di Lodi. A dirigere il carcere della Cagnola è stato chiamato Davide Pisapia, 48 anni, che ricoprirà contestualmente anche il ruolo di vice direttore della struttura penitenziaria di Vigevano dove già attualmente opera sempre con lo stesso incarico. Finisce così, in riva all’Adda, la gestione di Stefania D’Agostino, 49 anni, che è riuscita a riportare serenità in un carcere in cui si era instaurato un clima di forte malcontento. Per la D’Agostino inizia una nuova avventura: è stata nominata infatti direttrice a Pavia, città dalla quale già proveniva (e dove era stata vicedirettrice) prima di approdare a Lodi.

Martedì scorso, alla Cagnola, c’è stato il passaggio di consegne e la notizia era stata tenuta riservata. Quindi i nuovi assetti sono già diventati effettivi. Giovedì sera gli agenti della Polizia penitenziaria e il personale civile della struttura lodigiana, (complessivamente una trentina di persone) nell’ambito di un momento conviviale, hanno voluto salutare ufficialmente la direttrice D’Agostino. «L’abbiamo ringraziata per il lavoro svolto all’interno del carcere – riferisce Ciro Razzano, rappresentante sindacale per la Cisl – e le abbiamo donato una targa-ricordo. Abbiamo apprezzato molto il suo impegno». Stefania D’Agostino, da parte sua, ha ringraziato il comandante dei poliziotti penitenziari Melania Manini e tutto l’organico, sottolineando che nessuno in questi due anni trascorsi insieme è stato indispensabile, ma che ognuno ha contribuito per la sua parte».

Nelle celle della Cagnola ci sono attualmente una settantina di detenuti. Stefania D’Agostino era arrivata a Lodi all’inizio di luglio del 2014, al termine di sei mesi per alcuni versi “drammatici” durante i quali era tracimata la protesta degli agenti. I poliziotti erano arrivati a chiedere con veemenza al provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria la rimozione della precedente direttrice, Stefania Mussio (in riva all’Adda dal 2007). Dal 22 gennaio del 2014 i sindacati avevano infatti avviato uno stato di agitazione permanente, lamentando soprattutto il «mancato rispetto delle corrette relazioni sindacali», «turni di servizio troppo pesanti» e «condizioni igieniche carenti in alcuni reparti dovuti anche alla presenza di alcuni cani». Ma complessivamente erano 28 le contestazioni. «Il direttore non persegue in alcun modo il benessere del personale, non si preoccupa delle condizioni lavorative abusando del “mezzo disciplinare”, preoccupandosi soprattutto di gestire (da alcuni anni) una alquanto “discutibile” produzione continua di dolciumi preparati nella cucina detenuti e venduti a nome della Casa Circondariale di Lodi da ristretti in articolo 21 O.P.-Ordinamento penitenziario (norma che regola il lavoro esterno, ndr), in occasione del mercato settimanale cittadino, nel Palazzo della Provincia, agli incontri dell’Ordine degli avvocati e in altri eventi» denunciavano all’epoca le sigle sindacali Sappe, Uil PAPenitenziaria e Ugl Polizia Penitenziaria. Sotto accusa erano finite poi anche la gestione delle ferie d’ufficio e i piantonamenti effettuati anche con una sola unità e senza la possibilità di fruire dei pasti», «carichi di lavoro e di responsabilità che superano qualsiasi soglia di tollerabilità». La protesta era approdata anche due volte in Parlamento all’attenzione del ministro della Giustizia Andrea Orlando.