Zero testimoni, zero impronte: 5 anni non bastano a svelare il giallo del carabiniere morto

Lodi, la Procura vuole archiviare. La moglie si oppone

Gli esperti del Ris in centro a Lodi

Gli esperti del Ris in centro a Lodi

Lodi, 9 giougno 2017 - Non ci sono elementi per ritenere valida l’ipotesi di omicidio. Dopo cinque anni di indagini la Procura di Lodi ha chiesto l’archiviazione del caso sulla morte di Giovanni Sali, 48 anni, il carabiniere di quartiere, separato e padre di due figlie, Erica di 25 anni ed Elena di 19, freddato il 3 novembre 2012 con due colpi esplosi dalla sua stessa pistola d’ordinanza in via del Tempio, un vicolo buio a pochi metri dalla chiesa della Maddalena, non lontano dal centro di Lodi. Un giallo che la Procura non è riuscita a risolvere, nonostante anni di indagini, interrogatori ed esami. Perché non c’è un testimone che abbia visto ammazzare il carabiniere alle 17.40 di quella sera di fine autunno. Un paio di fedeli lo avevano trovato a terra, con la pistola ancora legata alla sua cintura con il cordino elastico. Le forze dell’ordine avevano passato al setaccio la città. Gli investigatori del Ris avevano cercato anche la più piccola impronta sull’arma, senza mai trovare alcuna traccia sospetta.

La famiglia di Sali è pronta a dare battaglia. Ieri l’ex moglie, Nicoletta Caravaggio, accompagnato dalle figlie, ha presentato al gip, Isabella Ciriaco, un dossier per evitare l’archiviazione della vicenda, chiedendo di raccogliere nuovo materiale e di rivedere le intercettazioni telefoniche del 3 novembre del 2012. Adesso toccherà al gip di Lodi decidere cosa fare del caso Sali. Se archiviare oppure chiedere altre indagini. «In questi 5 anni è stata battuta ogni pista possibile», ha spiegato il procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro. In effetti gli inquirenti, in questi anni, hanno battuto tutte le piste possibili, dal suicidio all’omicidio, ma del possibile colpevole mai nessuna traccia sul luogo del delitto. Il pomeriggio del 3 novembre 2012, Giovanni Sali stava compiendo le solite perlustrazioni di servizio. Partenza da via Lodino, poi un giro nel centro storico, un salto in piazza della Vittoria e quindi ancora verso la chiesa della Maddalena.

I due colpi di pistola lo avrebbero raggiunto attorno alle 17.40. L’autopsia aveva comunque escluso che ci fosse stata una colluttazione, un corpo a corpo, tra il carabiniere e il suo possibile carnefice. Due i proiettili trovati nel corpo del carabiniere, il secondo letale, tra polmone e cuore. Colpi esplosi dalla sua Beretta 92 parabellum che Sali portava sempre alla cintura.