Pietro, il dentista che ama l’oceano: "Ho fatto il cammino di Santiago"

Per il lodigiano in treno e pullman fino ai Pirenei. Poi ottocento chilometri a piedi

Pietro Magenis, 60 anni, medico dentista

Pietro Magenis, 60 anni, medico dentista

Lodi, 24 agosto 2016 - Quando l’8 ottobre 2015 Pietro Magenis, 60 anni, medico dentista e grandissimo appassionato di fotografia, è salito su un treno alla stazione di Lodi, il suo unico intento era quello di raggiungere l’oceano, con qualsiasi mezzo. Durante la sua permanenza a Vallecrosia (vicino a Bordighera) però qualcosa nei suoi piani originari è cambiato, grazie al dialogo con un monaco, padre Santino, e con il vescovo di Sanremo Antonio Suetta: ai due religiosi infatti aveva comunicato il proprio desiderio di arrivare fino all’Atlantico, e grazie ai loro racconti sul cammino di Santiago si è incuriosito sul percorso e ha deciso di intraprenderlo.

Per motivi di tempo e di burocrazia però non sarebbe riuscito a ottenere dalla diocesi di Sanremo la credenziale necessaria per trovare ospitalità nelle tante strutture, gli albergues, che lungo il cammino accolgono i pellegrini, e per questo ha deciso di adoperarsi per ottenerlo da sé: ha viaggiato in treno fino a Lourdes e da lì con l’autobus ha raggiuto Saint Jean Pied de Port, dove ha ottenuto la credenziale e da dove, l’11 novembre 2015 ha potuto iniziare il suo cammino di circa 800 chilometri, con soli 83 centesimi di euro in tasca. La prima parte è stata la più difficile: attraversare i Pirenei per raggiungere Roncisvalle, cittadina spagnola dove sarebbe morto il paladino francese Rolando, protagonista della Chanson de Roland, anche se per arrivarci non deve affrontare il leggendario esercito saraceno del poema, o i più realistici montanari baschi che storicamente nel 778 attaccarono la retroguardia di Carlo Magno, comportava 8-9 ore di cammino in salita, al termine delle quali si trova rifugio in un monastero.

Qui ha incontrato la 22enne giapponese Miki, anche lei intenzionata a raggiungere Santiago. I due sono diventati compagni di cammino e hanno percorso insieme la strada ancora da fare lungo la via francese, la più antica e spirituale di tutte, condividendo un’esperienza decisamente unica, come racconta Magenis stesso: "Miki non conosceva molte parole di inglese, quindi si può dire che il viaggio compiuto insieme, visti i lunghi silenzi, è stata un’ottima occasione per meditare. Nonostante le barriere linguistiche il cammino fatto insieme è stato molto bello, come stupefacente è stato ritrovarsi dopo esserci temporaneamente divisi (lei alla Cruz de Hierro ha deciso di prendere un’altra strada, anche se siamo in ogni caso rimasti in contatto) a Finisterre, davanti all’oceano, dove finalmente, il 21 dicembre 2015, ho visto quella distesa blu mèta del mio viaggio e dove ho fatto questa riflessione: noi siamo molto piccoli, ma possiamo decidere di essere stagno, quindi vivere di cose piccole, oppure oceano, che comporta pensare e vivere con orizzonti più vasti. Lì davanti all’Atlantico ho capito di voler essere, pur nel mio piccolo, oceano".

Un'esperienza quindi sicuramente memorabile e ricca di sorprese rispetto anche alle attese iniziali, che ripeterebbe ma non subito: "Il mare e l’oceano mi hanno sempre affascinato e incuriosito – spiega – e ora sto scrivendo un libro su queste meraviglie della natura e sul mio amore per loro. Il titolo è: Il Mare dentro. Per finirlo però voglio prima mi voglio recare nel Sud della Spagna, a Tarifa, per vedere il punto dove Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico confluiscono l’uno nell’altro". Non sa ancora quando sarà la partenza, stavolta in aereo, né quando finirà il libro, anche se presumibilmente avverrà tutto nel giro di qualche mese. Intanto sabato alle 21 Magenis sarà al Caffè Albarola per raccontare il suo viaggio anche attraverso le tante fotografie da lui scattate con il suo cellulare.