Comazzo, 21 maggio 2014 - «Io, costretta a convivere con un tumore, invalida al 100%. Ora mi hanno tolto il sussidio di accompagnamento solo perché riesco ad andare in bagno da sola. È una cosa assurda». Loredana Castoldi, 71 anni, pensionata di Comazzo e fondatrice del club ‘alcolisti in trattamento’ di Paullo, lancia il suo atto d’accusa contro la burocrazia e le istituzioni. Era il 2012 quando alla donna è stato diagnosticato un tumore osseo, una neoplasia fra le più aggressive.

«Da allora è iniziato il mio calvario — racconta —. Visite, esami, cicli di chemioterapia. Non per guarire, ma per tenere sotto controllo la malattia. Il tutto accompagnato da dolori e momenti di sconforto». Nel 2013 Loredana Castoldi viene dichiarata invalida al 100% e ottiene il sussidio di accompagnamento, pari a 499 euro al mese. Ma l’illusione dura solo un anno poiché, lo scorso mese di aprile, questa agevolazione viene improvvisamente azzerata.

«Sono stata chiamata per revisionare la visita d’invalidità sia dalla Asl che dall’Inps — spiega —. Mi è stata confermata la grave forma d’invalidità, però mi è stato tolto l’accompagnamento. “Signora, lei è lucida di mente ed è in grado di andare in bagno da sola, quindi non ha diritto al sussidio” mi hanno detto. È stata una doccia fredda».

Così, alla beffa di ritrovarsi gravemente malata si è aggiunto il danno economico. «Quei soldi mi facevano comodo — dichiara —, tanto più che io ho solo la pensione minima e anche mio marito, pensionato, ha alcuni problemi di salute. Mio figlio usufruisce dei benefici della legge 104, ma può assentarsi dal lavoro solo tre giorni al mese, per accompagnarmi ai controlli».

Tra l'affitto, le bollette e i continui spostamenti verso l’ospedale di Lodi, dove la signora è in cura, sono tante le spese che Loredana deve affrontare. «Non si capisce con quale criterio vengano erogati i sussidi — dice —. In tempo di falsi invalidi ed ex criminali che percepiscono la pensione, i tagli dello Stato si abbattono sugli ammalati e le persone più deboli. E’ davvero deplorevole. La mia pratica è in mano al patronato, mi è stato detto che posso fare ricorso e comparire davanti a un giudice. Mi chiedo se ne valga la pena».

Intanto, le giornate di Loredana Castoldi continuano a scorrere fra controlli e terapie. «Ci sono giorni in cui sono così debilitata che non riesco neppure a fare i mestieri. Una volta, mentre andavo in bagno mi è venuta una sincope. Alla faccia di chi dice che sono autonoma».