Lodi, 26 aprile 2014 - Fioccano i commenti dopo che, giovedì pomeriggio, lo stato di agitazione in atto da parte degli agenti di polizia penitenziaria al carcere di Lodi, per il comportamento della direttrice Stefania Mussio, è approdato in Parlamento. La questione è stata sottoposta all’aula della Camera dei Deputati da Daniele Farina, deputato di Sel, il quale alla fine, ha chiesto al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, quali misure urgenti intenda adottare affinchè il personale di polizia penitenziaria sospenda l’agitazione e quale sia l’esito dell’ispezione disposta dal provveditore regionale (Aldo Fabozzi, ndr) a febbraio.

Nella sua interrogazione l’esponente di Sel, ricorda che gli agenti hanno comunicato l’avvio di una vertenza sindacale il 22 gennaio 2014 per mancato rispetto delle prerogative sindacali e che nonostante lo stato di agitazione sono stati emanati ulteriori ordini di servizio «che hanno aggravato le già critiche condizioni lavorative del personale, cui peraltro non sarebbe stato pagato nemmeno il lavoro straordinario effettuato in occasione dell’evasione avvenuta nel luglio del 2012».

«Ci conforta — commenta Dario Lemmo, vicesegretario provinciale del Sappe (Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria) — che il caso sia finito in Parlamento perché abbiamo bisogno di risposte chiare e veloci che allo stato attuale ancora non pervengono nonostante la gravità delle segnalazioni effettuate. Negli ultimi mesi il personale di polizia penitenziaria di Lodi è riuscito a fronteggiare diversi eventi critici e situazioni particolari contrastando anche l’introduzione di sostanze stupefacenti, ma non si esclude che quando manca la serenità possa essere perso il controllo della situazione facendo degenerare il tutto in maniera irreparabile».

«Il lavoro della Polizia penitenziaria — aggiunge — nell’ultimo anno è cambiato su alcuni aspetti, basandosi sul nuovo sistema di controllo chiamato “vigilanza dinamica” e questo necessita di un urgente confronto ragionevole e ampio per organizzare tutto il lavoro degli agenti a Lodi. Purtroppo i modi relazionali e unilaterali della direttrice Stefania Mussio non hanno mai permesso una contrattazione fruttuosa ad hoc». «È per questo — conclude — che continuiamo con le azioni di protesta al costo di far porre l’attenzione anche al capo dello Stato».

Soddisfazione per l’intervento politico «per un caso ormai infinito» viene espressa anche da Enzo Tinnirello, del sindacato Ugl. «Attendiamo gli sviluppi» aggiungi. «Auspico — commenta invece Roberta Morosini, esponente di spicco di Sel nel Lodigiano nonché componente della commissione di garanzia nazionale del partito — che il ministro risponda e si faccia carico di questa situazione. Vogliamo sapere gli esiti dell’ispezione e capire da dove si può partire per sistemare le cose. Non è più possibile andare avanti così per il benessere degli agenti e dei carcerati stessi».

tiziano.troianello@ilgiorno.net