Lodi Vecchio, 11 aprile 2014 - Nuova levata di scudi dei sindaci del Lodigiano nei confronti del possibile arrivo sul territorio di altri profughi dell’Africa. In Lombardia sono destinate in queste ore altre 480 persone: 60 a Bergamo, 50 a Brescia, 50 a Como, 50 Cremona, 30 a Lecco, 50 a Mantova, 50 a Monza, 50 a Pavia, 50 a Sondrio e 40 a Varese. Per il momento non è stato indicato nessun numero per il Lodigiano, ma è difficile pensare che non venga coinvolto in questa nuova procedura d’accoglienza. La prospettiva suscita già barricate e preoccupazione.

A Lodi Vecchio, dal mese scorso, sono stati ospitati nella “dependance“ del Laus Residence in via Nazioni Unite, già 40 immigrati. Il prefetto Antonio Corona ha chiesto ai primi cittadini dei principali centri del territorio disponibilità di altri posti letto. Tutti hanno risposto picche. Così ha provato a rivolgersi ai privati. Impossibile sapere se qualcuno finora ha aderito all’offerta. La possibilità di presentare candidature resta in vigore fino al 30 aprile.

«Qui a Lodi Vecchio i 40 profughi arrivati a marzo non stanno provocando per ora problemi — testimonia il sindaco della città, Giancarlo Cordoni (Pd) —. Si vedono in giro per le strade a piedi o si dirigono a Lodi in bicicletta. Stazionano perlopiù in piazza. E stanno tra di loro, non hanno ancora fatto amicizia con nessuno. Sono però preoccupato per il possibile arrivo di altri profughi. Non è possibile che un comune di 7.500 residenti debba ospitare 40 o più profughi e gli altri centri del territorio, più grandi, nessuno».

«Siamo contrari a nuovi arrivi — aggiunge il sindaco di Casalpusterlengo, Flavio Parmesani (Lega Nord) —. Il nostro Comune ha altre priorità: innanzitutto i tanti italiani in difficoltà economica. Speriamo che nessuna struttura di Casale offra disponibilità. Questi non sono profughi, ma immigrati irregolari». Intanto la Lega pensa di organizzare presidi di protesta tra domani e domenica.

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