Corte Palasio (Lodi), 23 marzo 2014 - Don Giampiero Bracchi è stato sospeso dall’esercizio del ministero. Fonti molto vicine agli ambienti della curia lodigiana assicurano che, dopo le recenti vicende giudiziarie che l’hanno visto protagonista, l’ex parroco di Corte Palasio è stato sospeso e gli atti relativi al suo caso sono stati trasmessi a Roma. Solo il Vaticano, infatti, ha il potere di decidere se dimettere dallo stato clericale un sacerdote della Chiesa. Purtroppo non è stato possibile avere conferme ufficiali da parte della diocesi, mentre l’avvocato di don Giampiero, Mario Zanchetti, ha detto di non essere a conoscenza di nessun provvedimento nei confronti del prete 57enne.

Don Bracchi, originario di Sant’Angelo Lodigiano, settimana scorsa ha patteggiato la pena di 4 mesi poi convertiti in una pena pecuniaria di 31.200 euro, perché gli inquirenti avevano trovato sul suo computer 6 immagini pedopornografiche e tracce di altre 134 fotografie simili cancellate dalla memoria del pc. Il parroco aveva già un precedente per atti sessuali con un 15enne, e anche in quel caso aveva deciso di patteggiare.  La vicenda risaliva all’aprile 2008 e, secondo l’accusa, aveva avuto come teatro l’oratorio di Corte Palasio, paese dove don Bracchi è stato parroco dal 2003 al 2007. Per evitare lo scandalo la diocesi di Lodi aveva deciso di fargli passare un periodo di “isolamento” a Milano e poi di trasferirlo in una casa di Zinasco vecchio.

Pur restando incardinato nella diocesi di Lodi, don Bracchi era stato “affidato” a quella di Vigevano perché si pensava che il fatto che quest’ultima fosse guidata dal lodigiano monsignor Claudio Baggini potesse aiutarlo nel suo percorso di riabilitazione. Era stato lo stesso vescovo Baggini, poi, a far tornare in prete in parrocchia nel 2009 affidandogli l’oratorio di Mezzano, frazione di Travacò Siccomario.  Le forze dell’ordine avevano ricominciato a interessarsi al sacerdote dopo che alcuni residenti avevano detto di averlo visto insieme a un ragazzino di 10 anni lungo una strada di campagna.

La vicenda si era poi conclusa in una bolla di sapone, ma durante le indagini era stata perquisita l’abitazione di don Giampiero e nel suo computer erano state trovate le immagini pedopornografiche che gli sono costate un nuovo processo penale. La diocesi aveva quindi deciso di allontanare il parroco da Mezzano e assegnarlo all’ospedale “San Martino” e alla Casa di riposo Fondazione istituzioni riunite di Mede. Da novembre don Bracchi ha cominciato un percorso di cura al presidio criminologico territoriale di Milano.