Lodi, 18 marzo 2014 - «Sono stato io. Stavo andando a costituirmi». La pistola, una Beretta calibro 22, era ancora infilata nei pantaloni. Lui, Giuseppe Riccardi, 57 anni, di origini napoletane, ma residente a Castiglione d’Adda, aveva appena sparato, ieri mattina alle 10, al titolare dell’azienda per cui lavora come magazziniere, la Technoelectric di via Mattei, e al responsabile amministrativo. Tre colpi, di cui due andati a segno, esplosi in direzione delle gambe. Prima ha puntato l’arma contro Francesco Croce, 49 anni, responsabile amministrativo che si trovava nell’ufficio all’ingresso della ditta, poi si è diretto nel capannone retrostante dove ha trovato il titolare, Matteo Anelli, anch’egli 49enne, raggiunto alla gamba sinistra da un proiettile mentre un altro colpo non è andato a segno. Poi la fuga a piedi.

Nessuno ha tentato di fermarlo: i colleghi, usciti fuori dai reparti, lo hanno visto allontanarsi, almeno tre di loro hanno notato le fasi drammatiche della sparatoria. Hanno chiamato i carabinieri, hanno dato la descrizione del loro collega, che vestiva con una maglietta azzurra, e hanno riferito il nome e l’indirizzo. Lui ha percorso 300 metri con la pistola infilata nei pantaloni, colpo in canna e caricatore da dieci pallottole. Sono stati i carabinieri a bloccare l’uomo. Riccardi non ha opposto resistenza. «Sono morti?», ha chiesto in un lampo di lucidità. Poi è stato portato via, in caserma a Codogno e, dopo il fotosegnalamento, nel carcere di Lodi, con la pesante accusa di tentato omicidio. Se Anelli è stato colpito dalla pallottola di striscio alla gamba sinistra, a Croce una pallottola ha rotto l’osso femorale. Anche se non rischia la vita, dovrà sottoporsi a un intervento chirurgico.

Ieri i dipendenti della ditta erano sotto choc. Nessuno ci tiene a commentare. Solo qualche parola smozzicata per confermare che Riccardi «era un tipo traquillo e non aveva mai litigato con nessuno». Eppure ieri mattina una discussione c’è stata, con il titolare. Probabilmente il rapporto personale tra il 57enne e l’imprenditore si era incrinato da un po’. Ieri mattina la discussione tra il magazziniere e il responsabile della ditta è arrivata al culmine: il 57enne aveva saputo il giorno prima che lo stipendio di febbraio sarebbe arrivato diviso in due tranche. Nulla di preoccupante, però, visto che l’azienda è sana e - a parte qualche settimana di cassa integrazione ordinaria - non stava subendo particolari contraccolpi per la crisi. Agli altri 27 dipendenti la notizia era stata data venerdì, ma Riccardi era assente. Lui lo avrebbe appreso da qualcun altro domenica e ieri, prima di cominciare il turno, avrebbe chiesto chiarimenti al titolare. Ne sarebbe nata una discussione. «Se si sta bene è così, altrimenti te ne puoi andare», avrebbe detto il titolare a Riccardi. A quel punto, la rabbia repressa da giorni è esplosa. L’uomo sarebbe andato a prendere la pistola che aveva messo nell’armadietto mettendo in atto il suo folle piano.

di Mario Borra e Daniele Bellocchio