Corte Palasio (Lodi), 14 marzo 2014 - Poche righe. «Il Vescovo di Lodi esprime preoccupazione e amarezza per le recenti vicende che hanno coinvolto alcuni sacerdoti lodigiani e che sono apparse in questi giorni sulla stampa. In attesa di conoscere qualche ulteriore elemento che aiuti a chiarire le dimensioni delle singole vicende, che comunque saranno seguite con il rispetto rigoroso delle norme canoniche, il Vescovo esprime naturale fiducia verso la magistratura civile e i suoi pronunciamenti. Nel frattempo il Vescovo chiede la preghiera di tutti per le persone coinvolte».

Monsignor Giuseppe Merisi ha voluto affidare a una breve nota il suo pensiero riguardo alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto don Giampiero Bracchi, ex parroco di Corte Palasio. Il prete, dopo aver patteggiato nell’aprile 2008 la pena di due anni di reclusione per atti sessuali con un ragazzino di 15 anni, martedì ha nuovamente deciso di patteggiare per concludere un altro processo che lo vedeva imputato. Don Giampiero dovrà pagare una multa di 31.200 euro per possesso di materiale pedopornografico. Nel suo computer gli inquirenti hanno trovato sei immagini pornografiche aventi per protagonisti dei minorenni e tracce di altre 134 fotografie simili cancellate dalla memoria del pc.

Parroco della chiesa di San Giorgio martire di Corte Palasio dal 2003 al 2007, don Giampiero era stato trasferito a seguito del clamore provocato del primo patteggiamento per abusi sessuali. Nel 2009 era stato assegnato alla parrocchia di Mezzano, frazione di Travacò Siccomario. Era stato l’allora vescovo di Vigevano, monsignor Claudio Baggini, a decidere di far tornare il prete in oratorio. Il lodigiano monsignor Baggini, d’accordo con il suo omologo di Lodi, aveva accolto don Giampiero nella sua Siocesi, dove il prete avrebbe dovuto terminare il servizio fra un anno.

Passato questo periodo, il parroco sarebbe potuto tornare a Lodi, la diocesi nella quale lui è sempre rimasto incardinato. Ora che un secondo gravissimo episodio l’ha visto protagonista, la domanda è se il prete continuerà a vestire l’abito talare, considerata anche la nuova direzione che ha intrapreso Papa Francesco sul tema della pedofilia. La decisione però spetta al vescovo di Lodi, che per il momento si è limitato ad affidare il suo pensiero a poche righe.