Lodi, 5 marzo 2014 - Una rimpatriata in famiglia a Reggio Calabria, con cena, festa e fiumi di vino di Cirò: per uno dei partecipanti, disabile, la serata si sarebbe strasformata in un incubo a sfondo sessuale. Per altri sei in un brutto sogno di altra natura: fatto di manette, secondini e sbarre. E due di loro lo spettro se lo sono visti arrivare in casa, in un paese del Lodigiano, dove i carabinieri sono andati ad arrestarli sabato mattina, allontanandoli dai figli piccoli e facendo finire lei a San Vittore e lui nel carcere di via Cagnola a Lodi. Dopo giorni e notti di detenzione, i conviventi, assistiti dall’avvocato Giuseppe Cornalba, sono stati interrogati ieri per rogatoria dal giudice per le indagini preliminari lodigiano Isabella Ciriaco: entrambi durante il confronto sono scoppiati in lacrime.

I fatti risalgono a gennaio e si svolgono in una bella villa nei dintorni di Reggio Calabria. Lui, C. F. 53 anni è originario di lì. Lei A.A. 20 anni di meno, di origine marocchina, è la sua nuova compagna. Una famiglia normale, l’uomo con un buon lavoro al Nord, la donna casalinga. A gennaio raggiungono i familiari al Sud, invitati alla festa che è al centro di tutta la vicenda. Tra i partecipanti, una dozzina, c’è anche un trentenne con forte disabilità (il 75% ) che a un certo punto, dopo che tutti hanno abbondantemente bevuto viene come si dice, messo in mezzo: scherzi anche osé, spogliarelli, una catena al collo, forse anche altro. Il tutto sotto gli occhi di due figli delle persone presenti, una bimba di tre anni e un neonato di 8 mesi.

Qualcuno parla di una sorta di ‘bunga bunga’ molto paesano ma nulla di più. Ma con due imprevisti. Primo: il ragazzo disabile finisce al centro degli scherzi sfrenati anche perché deve pagare il torto di aver corteggiato la sorella di una invitata. Secondo: tutta la scena finisce filmata su un telefonino. A notte fonda la presunta vittima viene riportata a casa: appartemente si è divertita. Qualche giorno dopo però il ragazzo mostra alla madre il filmino: le immagini non sono quelle di un gioco scollacciato, ma tutto lascia pensare ad altro. La donna si rivolge agli inquirenti e, alla vista delle immagini, la Procura spicca sei ordini di cattura: si parla di violenza carnale di gruppo su un disabile, aggravata dalla presenza di minori. Il legale ha chiesto per la donna i domiciliari, per consentirle di stare coi figli, Il giudice deciderà, ma intanto restano i ceppi, il rimorso, il dolore delle vittime.