Lodi, 3 febbraio 2014 - «Porteremo la nostra protesta davanti alla sede del Prap (Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria in Parlamento, ndr), per contrastare una direzione che continua a infischiarsene di chi lavora nel carcere». Ieri, circa 40 persone si sono strette intorno agli agenti della Polizia penitenziaria che operano nella casa circondariale di Lodi. Ieri, alla scadenza dell’ultimatum di dieci giorni dato dagli agenti ai vertici dell’amministrazione penitenziaria per trasferire la direttrice, i poliziotti hanno organizzato un sit-in di protesta in via Cagnola. Tutte le sigle sindacali chiedono l’avvicendamento di Stefania Mussio e un incontro con il Provveditorato regionale, per chiarire la situazione. Una protesta condivisa da Sappe, Uil, Ugl, Cisl, Cgil, SiNaPPe, Fsa-Cnpp, Osapp. Nel mirino degli agenti la «mancanza di rispetto delle prerogative sindacali contrattualmente previste» ma soprattutto «l’assenza di un Protocollo d’intesa locale ancora non sottoscritto, nonostante l’intimazione della Commissione arbitrale regionale a definirlo entro il 31 dicembre 2012».

«La direttrice — accusa Dario Lemmo, vicesegretario del Sappe di Lodi — non ha alcuna intenzione di tenere corrette relazioni sindacali. Da quando si è insediata, sette anni fa, non si è mai preoccupata di garantire il benessere degli agenti di custodia, che sono costretti a turni improponibili. Già a fine giugno 2013 abbiamo indetto lo stato di agitazione del personale. Questa è una situazione che va a discapito dei detenuti. La funzione della guardia carceraria non è solo di controllo ma anche di psicologo ed educatore. Oltre alla disorganizzazione, mancano sicurezza e igiene. La situazione non è più sostenibile».

Enzo Tinnirello, segretario Ugl del comparto, è soddisfatto della riuscita della protesta: «Abbiamo ricevuto solidarietà da tante persone e associazioni di volontari. Se non ci saranno risposte, siamo pronti a fare un sit-in a Milano davanti alla sede del Provveditorato». Tante le attestazioni di sostegno agli agenti: dal circolo Arci Ghezzi all’associazione Loscarcere (da mesi non più presenti nella casa circondariale), fino agli ex agenti di Polizia penitenziaria. Ieri mattina al picchetto hanno partecipato anche ex detenuti che hanno voluto dimostrare la loro solidarietà agli agenti che «hanno sempre dimostrato grande umanità». L’assessore comunale Andrea Ferrari, presente ieri in veste di volontario dell’associazione Loscarcere, aggiunge: «Abbiamo approfittato dell’occasione — spiega— per unirci anche noi contro la direzione della Cagnola che non si preoccupa di garantire un inserimento nel mondo lavorativo per i tanti detenuti. La situazione era già tesa ai tempi. Nell’ottobre 2011, siamo stati costretti ad allontanarci dalla struttura, così abbiamo continuato il nostro lavoro fuori dal carcere attraverso uno sportello, “Il lavoro debole”, per aiutare il reinserimento nel mondo del lavoro dei detenuti e dei famgliari».

di Carlo D'Elia e Fabrizio Lucidi