cavenago D'Adda (Lodi), 24 gennaio 2014 - Parte dei rifiuti provenienti dalla bonifica delle aree avvelenate dell’ex stabilimento Sisas a Pioltello sarebbero finite nella discarica di Cavenago d’Adda. Si desume dall’interrogazione presentata il 27 luglio 2011 dagli allora parlamentari Alessandro Bratti (Pd), Carlo Monai (IdV) e Chiara Braga (Pd). In un passaggio dell’interrogazione, basata sulle prime indiscrezione sull’indagine a carico di Luigi Pelaggi (commissario per la bonifica del sito ex Sisas e stretto collaboratore dell’allora ministro Stefania Prestigiacomo, ndr), finito in carcere per l’accusa di aver intascato tangenti per 700mila euro dalla ditta privata “Daneco Impianti”. Mazzette intascate - secondo l’accusa firmata fra gli altri dall’ex sostituto procuratore a Lodi, Paolo Nicola Filippini - in cambio di controlli alleggeriti sui codici dei rifiuti.  Quindi, secondo la Procura di Milano, le 170mila tonnellate di scorie non pericolose, più 90mila di pericolose e 16mila di inerti, sarebbero stati smassati dall’area fra Pioltello e Rodano a tempo di record (meno di un anno) solo grazie a una rete di connivenze e codici dei rifiuti “taroccati”. Soprattutto, rifiuti pericolosi fatti passare per non pericolosi, con risparmi a sei zeri per la ditta Daneco incaricata di smaltirli. Veleni finiti in 28 discariche italiane e tre in Europa. Fra i siti di destinazione, spunta anche Cavenago d’Adda.

Si legge nel testo dell’interrogazione parlamentare, che cita Cavenago e l’impianto gestito da Eco Adda Srl, nel mirino delle polemiche per il progetto di ampliamento della discarica. «Non c’è stata mai la volontà politica di fare controlli alla discarica di Cavenago», denuncia il Comitato contrario all’ampliamento. Accusa pesante, dato che nella “stanza dei bottoni” di Eco Adda Srl c’è la Provincia di Lodi, che detiene una quota di partecipazione a doppia cifra. Eal Spa (società controllata dalla Provincia stessa) nel 2004 stipulò un protocollo d’intesa per rilevare quote di Eco Adda proprio con la società Daneco Gestione Impianti Spa, parte del colosso finito nella bufera ieri l’altro per le presunte mazzette pagate a Pelaggi. Il lodigiano Tedesi, 53 anni, ex segretario della Democrazia Cristiana nel Lodigiano, consulente del re delle bonifiche Giuseppe Grossi, direttore di Asm Pavia, finito agli arresti domiciliari per l’accusa di truffa, corruzione e traffico illecito di rifiuti, verrà interrogato la prossima settimana dal giudice.

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