San Martino in Strada (Lodi), 20 settembre 2013 - «Presto ulteriori elementi negativi a carico di Andrea Pizzocolo». Ieri il procuratore della Repubblica di Lodi Vincenzo Russo ha confermato le dichiarazioni rilasciate mercoledì sera alla trasmissione tv “Chi l’ha visto”. «Abbiamo elementi concreti per dirlo — ha ribadito —. Ci stanno arrivando dalle indagini che stiamo svolgendo. Ma in questo momento però non posso dire di più». Russo ha parlato anche di «altri episodi che forse non hanno avuto lo stesso tragico epilogo». Si continua quindi a scavare quindi nella vita del 41 enne ragioniere di Arese, che aveva chiesto, su un sito internet di incontri con escort, per la seconda volta un appuntamento alla 18enne romena Simona Lavinia Ailoaiei per poi portarla verso la mezzanotte di venerdì 6 settembre al motel Moon di Busto Arsizio e strangolarla con due lunghe fascette da elettricista nel mezzo di un rapporto sessuale.

Il tutto filmato con telecamere nascoste. La brutalità è poi proseguita quando Pizzocolo ha caricato in auto Simona Lavinia e l’ha trasportata (ancora non è chiaro se già senza vita o ancora agonizzante) al motel Silk di San Martino in Strada. Qui ha abusato ancora del suo corpo e ha nuovamente ripreso tutto. Forse, è l’ipotesi investigativa sullo sfondo, per realizzare uno “snuff movie” (pellicola pornografica in cui si mostrano torture che culminano con la morte di una persona) pagati a peso d’oro sul mercato nero.

E il ragioniere di Arese con la realizzazione di film aveva una certa dimestichezza. Nei computer della sua abitazione gli inquirenti hanno trovato oltre 700 megabyte in cui l’uomo, padre anche di una bambina di 5 anni, si riprende mentre fa sesso con tantissime donne. «Ne abbiamo identificate 70» fa sapere il procuratore Russo. «Era un andirivieni continuo di donne in casa sua, a qualsiasi ora e la doccia andava tutte le notti e dava fastidio — hanno raccontato i vicini di Arese —. Tutte straniere. Circolava tanta droga». Quello di Lavinia potrebbe quindi non essere stato il primo omicidio. E gli inquirenti rinnovano l’appello: chi ha avuto a che fare con Pizzocolo ci contatti».

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