San Martino in Strada (Lodi), 18 settembre 2013 - Andrea Pizzocolo, di 41 anni di Arese fermato dalla questura di Lodi con l’accusa di aver strangolato con due fascette da elettricista la notte tra il 6 e il 7 settembre la 18enne romena Lavinia Simona Aiolaiei, è stato aggredito in carcere. Lo riferisce il suo avvocato, al quale Pizzocolo ha detto di essere stato picchiato a Lodi da un altro detenuto. Glielo ha riferito sabato durante una visita del legale nel carcere milanese. «Ha un occhio pesto, un evidente livido ma non ci sono lesioni gravi», dichiara l’avvocato Angelo Farina. Il ragioniere di Arese sporgerà querela contro il suo aggressore, un detenuto albanese in carcere insieme al fratello.
Pizzocolo, che ora si trova in carcere a San Vittore, sarebbe stato aggredito mentre si trovava in cella di isolamento nel carcere di Lodi: l’episodio, sarebbe stato subito segnalato ai vertici della casa circondariale. L’albanese si sarebbe avvicinato alla cella spacciandosi per incaricato della consegna di carta igienica. Quando il 41enne ha allungato il braccio attraverso una grata, l’aggressore l’avrebbe tirato a sé e colpito al viso. «Un fatto grave — precisa Farina —. Non mi sento di colpevolizzare la struttura, mi rendo conto delle difficoltà che vengono affrontate ogni giorno nelle carceri italiane, ma l’incolumità dei detenuti in attesa di giudizio deve essere garantita anche quando si tratta di crimini di questa gravità, altrimenti si sfocia nel linciaggio».
Dopo gli ultimi sviluppi delle indagini, il legale dell’uomo sta pensando di chiedere una perizia per stabilire se il suo assistito era del tutto capace di intendere e di volere al momento del delitto. «Se il mio assistito avesse effettivamente messo a punto un disegno criminoso perché avrebbe poi lasciato tante tracce dietro di sé? — dice l’avvocato — Perché nel primo motel avrebbe presentato un documento falso d’identità e nel secondo, quando l’omicidio sarebbe già stato consumato, si è invece presentato con il suo documento?» Secondo Farina anche molti degli elementi emersi in queste ore dalle indagini andrebbero rivisti, a partire dai flaconi di etere: «Ne è stato trovato uno di 100 millilitri e, riguardo alle attrezzatture hi-tech del valore di migliaia di euro con cui sarebbero stati girati i video, sono strumentazioni che chiunque potrebbe procurarsi». Intanto sulla vicenda si moltyiplicano le atttenzioni dei media: ieri il caso è stato trattato su La 7 nella trasmissione ‘Linea Gialla’. Oggi invece della terribile morte di Lavinia di occuperà ‘Chi l’ha visto’ su Rai3.
di Monica Guerci
© Riproduzione riservata