San Martino in Strada (Lodi), 11 settembre 2013 - Altro che gioco erotico e sesso estremo stile bondage. Quella di Lavinia Simona Ailoaiei, la 18enne trovata morta nei campi a San Martino in Strada, sarebbe stata una sorta di esecuzione. Nel video che incrimina Andrea Pizzocolo, 41enne ragioniere di Arese, si vedrebbe chiaramente lui che - dopo scene di sesso - tira fuori le fascette e strangola la ragazza. Finché non si assicura della sua morte. Lucido e spietato. Poi si è filmato, grazie a telecamere nascoste, mentre faceva sesso col cadavere. È tutto questo che ha spinto il capo della Procura di Lodi, Vincenzo Russo, ad accusare il killer di omicidio volontario e atti osceni su cadavere con le aggravati della premeditazione, delle sevizie e dei futili motivi.

Accuse confermate sia dai primi risultati dell’autopsia sul corpo, sia dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lodi, Isabella Ciriaco, che ieri ha convalidato l’arresto del ragioniere. Giudizio sospeso, in attesa dei risultati definitivi delle perizie, solo sull’eventuale spostamento dell’inchiesta dalla Procura di Lodi a quella di Busto Arsizio. Anche se indiscrezioni confermano che il medico legale ha accertato una morte avvenuta ore prima del ritrovamento nel Lodigiano. Un altro punto a favore degli investigatori, che dopo aver visto il video si sono convinti che l’omicidio sia avvenuto nel motel Moon di Busto Arsizio. Poi Pizzocolo avrebbe portato la vittima fino al motel Silk di San Martino in Strada, per filmare un altro, orrendo stupro del cadavere durato ore. Senza alcuna pietà. Ieri alla Questira di Varese si è presentato il presunto protettore della 18enne escort romena. Ha negato di sapere che lei si prostituisse via web, lasciando più di un dubbio negli inquirenti.

Intanto, il sospetto che il ragioniere possa aver ucciso altre donne è reale. Tanto che gli investigatori hanno sequestrato, oltre ai filmati nello zaino nascosto nel bagagliaio dell’auto del 41enne e all’orologio-telecamera che ha filmato la morte della romena, altri 500 gigabyte di filmati. «Erano montati in modo professionale, con riprese da diverse angolazioni, con tagli e cuci delle indagini», fa sapere una fonte interna all’inchiesta. Gli investigatori stanno visionando anche in queste ore centinaia di ore di filmati girati da Pizzocolo con un centinaio di prostitute, soprattutto straniere. Finora - ma siamo ancora nelle prime fasi - nessun video sembra concludersi con un delitto. Ma in quasi tutti ci sono scene di sesso estremo e violenze. «L’uomo ha agito con una freddezza che fa paura», svela un investigatore che ha visto il video. Resta caldissima la pista degli “snuff movies”, film illegali venduti a peso d’oro nel mercato internazionale. Che il “regista” Pizzocolo ne avesse fatto un business? Altrimenti non si spiegherebbe come mai non liberarsi di tutto quel materiale scottante, pur sapendo che la polizia avrebbe potuto fermarlo.

di Fabrizio Lucidi