Castelnuovo Bocca d'Adda, 11 giugno 2013 - È ormai una ‘guerra’ di responsabilità quella tra Coldiretti Lombardia e Provincia sulla questione della diga che la società Vis di Maccastorna vorrebbe realizzare sull’Adda. La prima battaglia si era svolta la settimana scorsa quando Coldiretti aveva espresso le proprie riserve per «uno sbarramento alto tre metri che creerebbe a monte un invaso di 14 km con un “muro d’acqua” di 3 milioni di metri cubi», dicendosi preoccupata per tenuta sponde, falde, siccità, impatto ambientale ma, soprattutto, per il commissariamento in corso dell’ente territoriale che «deve firmare l’eventuale autorizzazione per la concessione a uso privato delle acque pubbliche dell’Adda».

Il  vice-presidente della Provincia, Cristiano De Vecchi, aveva replicato, su “Il Giorno”, di aver ricevuto una comunicazione dalla Regione in base alla quale la competenza sulla questione «è del Ministero, non nostra. Noi possiamo solo raccogliere più dati possibili e girarli a chi di dovere». Ieri mattina l’affondo di Coldiretti: «La Regione ci ha confermato che è tutto in mano alla Provincia di Lodi, che si deve esprimere dopo aver acquisito i pareri di Aipo, per la sicurezza, di Autorità di Bacino per il Po e Parco Adda Sud per i risvolti ambientali, e dell’ufficio dighe di Milano, emanazione del Ministero delle Infrastrutture, competente per gli sbarramenti che superano il milione di mc di invaso».


Ma al di là degli aspetti tecnici, Coldiretti ieri ha fatto notare anche che, se il progetto ottenesse il via libera, ogni anno a titolo di concessione «alla Regione andrebbero circa 30 mila euro, alle due province di Cremona e Lodi e ai comuni coinvolti 20 mila euro». Poche ore dopo, la Provincia reagisce: «Il 22 maggio scorso la Regione ci ha comunicato che, qualora il volume d’invaso fosse pari o superiore a 100 mila metri cubi, l’impianto risulterebbe soggetto all’acquisizione di Via (Valutazione Impatto Ambientale) nazionale; poiché l’impianto raggiunge i 3 milioni di mc, l’amministrazione ha firmato oggi una determina con la quale si è stabilito che il procedimento di rilascio di concessione, di competenza della Provincia, si potrà concludere solo a seguito degli esiti istruttori da parte del Ministero dell’Ambiente, competente per la Via». Il pressing ha funzionato e Coldiretti chiude la giornata giudicando “positivamente” e “opportuno” il “congelamento” dell’iter da parte della Provincia.


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