Lodi, 16 febbraio 2013 - Anche Lodi, nonostante il freddo pungente, è ‘insorta’ ieri partecipando alla ‘ola’ mondiale di One billion rising (Un miliardo che insorgono, in italiano), iniziativa lanciata da Eve Ensler (autrice de “I monologhi della vagina”) che si è svolta in contemporanea (fusi orari permettendo) in 186 nazioni e in un centinaio di città italiane. Oltre 300 persone si sono radunate, alle 18, ai Giardini del Passeggio, vicino al Calicantus Cafè che ha messo a disposizione l’impianto audio, per partecipare al flash mob e ballare insieme Break the chain (“Spezza le catene”), testimoniando così la propria volontà di dire no alla violenza contro le donne. Il video dell’evento è visibile sul sito Internet www.ilgiorno.it/lodi.

 

A caratterizzare l’evento, aperto dalla cheerleaders della scuola di danza “Il Ramo” che con i loro pon pon e le loro coreografie hanno radunato i presenti, è stata la partecipazione di donne e uomini di tutte le età: giovani (comunque i più numerosi, in prima fila) e meno hanno eseguito, gli uni accanto agli altri, la coreografia prestabilita (www.onebillionrising.org), seguendo le indicazioni dei ballerini de Il Ramo (guidato da Sabrina Pedrazzini) per concludere tutti insieme alzando un dito al cielo e poi puntandolo dritto di fronte a sé, come per ammonire, coinvolgere il prossimo, ribadire che, contro la violenza, non si sta a guardare, è ora di intervenire.  Ma all'evento, diffuso tramite tam tam sul web e su Facebook, come ogni flash mob che si rispetti, hanno partecipato anche le scuole Modern Dance e Spazio Danza e hanno aderito numerose associazioni e studenti.

 

Ad organizzarlo, con le associazioni Orsa Minore (Centro Antiviolenza), Donne&Donne e il patrocinio del Comune, è stato il comitato Snoq (Se non ora quando?) Lodi. «Come dice Ensler ‘un miliardo di donne violate è un’atrocità, un miliardo di donne che ballano è una rivoluzione’ — affermano, soddisfatte, le referenti del movimento —: anche Lodi oggi ha fatto parte di questa piccola rivoluzione. C’è chi sostiene che non serva un ballo contro la violenza. Invece il valore aggiunto di questa iniziativa è di aver unito generazioni e persone diverse, tutte pronte a dire basta a stupri, femminicidi, e ad ogni forma di violenza, anche economica e psicologica, contro le donne. Preparare l’evento è stata occasione, anche per gli studenti e gli allievi delle scuole di danza, di riflettere sul tema, come testimoniano foto e video con i vari “Io partecipo perché...”, poi messi in rete».
 

di Laura De Benedetti

laura.debenedetti@ilgiorno.net<WC1