Lodi, 28 novembre 2102 - Assemblea provinciale di “La Cgil che vogliamo” la Fiom, pugno di ferro contro la riforma Fornero. Avevano le idee chiare, tutte contro il Governo, i 40 delegati che hanno preso parte all’incontro in via Lodivecchio a Lodi. Tra loro i relatori Gianni Ranzini, segretario della Fiom Lodi, Eugenio Vicini, segretario della Camera del lavoro e Carlo Carelli, coordinatore dell’area “La Cgil che vogliamo”. Riflessioni, in primis, sul rischio concreto che nel 2013 non ci siano soldi sufficienti a coprire la cassa in deroga tutto l’anno.

E oltre ai timori espressi per gli ammortizzatori sociali, dito puntato contro la riforma del mercato del lavoro siglata Fornero "che con l’abolizione dell’articolo 18 non lascia liberi i lavoratori di essere licenziati, vincere la causa davanti al giudice e farsi reintegrare, ma solo di ricevere un indennizzo. Cosa poco fruttuosa di questi tempi" come spiegava Vicini. Ma viene invocata anche la libertà di poter scegliere da chi farsi rappresentare "snobbando un accordo per metalmeccanici fatto escludendo la Cgil e la Fiom che, nel settore, oltre tutto, è il sindacato più rappresentativo" proseguiva il sindacalista. Ma i delegati dicevano no anche al demasionamento e alla videosorveglianza del lavoratore, all’aumento degli orari di lavoro in funzione della competitività delle imprese. "Ricordiamo che, in passato, i risultati migliori   sono arrivati sempre e solo quando i lavoratori hanno ottenuto diritti e tutele" hanno ribadito i presenti. "Continueremo a lottare anche per poter riaprire margini per la trattazione di secondo livello – continuava Vicini-Perché con la teoria, molto lontana dalla pratica, stiamo annientando il potere d’acquisto dei salari italiani". Poi la conclusione "l’incontro è servito a tenere caldo un argomento delicato, che colpisce, ancora una volta, i lavoratori e ultimamente è oscurato dai media. Ci auguriamo si continui a parlarne il più possibile".

Paola Arensi