Lodi, 4 novembre 2012 - "L’appuntato scelto Giovanni Sali è un carabiniere morto facendo il suo dovere’’. E’ questo il commento del Comandante Generale dell’Arma dei carabinieri, Leonardo Gallitelli, ai giornalisti che lo hanno incontrato sul luogo dell’omicidio del militare, ucciso ieri a Lodi durante un il servizio.
Il Comandante Generale, ricevuto a Linate dal colonnello Salvatore Luongo, comandante provinciale di Milano, è poi stato accompagnato dal Generale di Corpo d’Armata Antonio Girone, Comandante Interregionale Pastrengo, e dal Generale di Divisione Marco Scursatone, Comandante della Legione Carabinieri Lombardia, a Cavenago d’Adda a portare le condoglianze alla famiglia dell’appuntato. Quindi si e’ recato sul lugo dell’omicidio: ‘’Stiamo lavorando, tutti stanno lavorando’’ ha aggiunto incrociando i giornalisti in via Indipendenza a Lodi.
L’appuntato scelto Giovanni Sali, di 48 anni, era separato e lascia due figli, una ragazza e un ragazzo, di 21 e 15 anni.
 

LA DINAMICA - Stava controllando 2 auto sospette proprio nella via dove e’ stato ucciso. E’ quanto emerge dalle prime informazioni sugli accertamenti degli investigatori che indagano sull’uccisione di ieri a Lodi dell’appuntato Giovanni Sali. Quando e’ stato aggredito Salvi stava svolgendo, dunque, un controllo di servizio. Una verifica di routine, che farebbe parte dei normali accertamenti di un militare che svolge il compito di carabiniere di quartiere.  Le auto che l’appuntato Sali stava controllando sono state sottoposte a verifica ma risulterebbero non rubate ne’ tantomeno segnalate come ‘sospette’. Sulle vetture sono stati effettuati approfonditi rilievi della Scientifica dell’Arma, ora in corso di sviluppo investigativo.  Non sembrerebbe dunque, al momento, che le auto siano direttamente collegate all’aggressione, mentre appare invece verosimile che durante il controllo il carabiniere abbia incontrato un soggetto che lo ha aggredito. 

 

I COLPI DALLA PISTOLI DELLA VITTIMA - Il corpo del carabiniere ucciso ieri a Lodi non presenta segni di violenza. I due colpi che l’hanno raggiunto al torace, secondo quanto si apprende, sono stati sparati dalla sua pistola di ordinanza che e’ sottoposta agli esami balistici del Ris. Dall’arma e’ partito un terzo colpo che non ha raggiunto Giovanni Sali ma di cui e’ stato trovato il bossolo.

 

LE INDAGINI - Si lavora nel più stretto riserbo, per ricostruire la dinamica dell’omicidio. Le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Lodi e sono svolte dai carabinieri di Lodi e da un nutrito gruppo di investigatori e specialisti del Comando provinciale di Milano. Non è stata esclusa nessuna ipotesi, neppure quella di una colluttazione tra Sali e la persona che poi l’ha ucciso. Gli investigatori stanno acquisendo anche i filmati delle telecamere di sicurezza presenti nella zona da cui si spera di poter avere altri elementi. I carabinieri proseguono intanto ad ascoltare persone che erano in zona nell’ora dell’omicidio e che potrebbero fornire un aiuto alle indagini.

 

Il QUARTIERE PIANGE GIOVANNI - Questa mattina, dopo la messa nella chiesa della Maddalena officiata proprio da don Mario, i cittadini sono usciti dalla parrocchia sfilando nel vicolo dove ancora ci sono i segni dei rilievi dei carabinieri sul luogo del ritrovamento del cadavere. La gente sfila in silenzio, fermandosi un attimo all'altezza del luogo dell'uccisione, dove sono stati deposti dei fiori bianchi, sul selciato, sotto una finestra

''Giovanni era una tale brava persona che non solo era simpatico a tutti, era proprio un amico di tutti''. A dirlo e' uno dei tanti cittadini 'amici' di Giovanni Sali, il carabiniere di 48 anni ucciso ieri a Lodi da una mano sconosciuta. ''Noi lo vedevamo spesso, perche' il suo mestiere era proprio quello di pattugliare i quartieri, soprattutto il centro - dice un signore in compagnia della moglie -. Mia moglie ha un negozio e lo vedeva quasi tutti i giorni, si prendeva il caffe' insieme, si raccontava a lui se c'era qualche faccia strana che girava e gli si chiedeva una mano quando c'era qualche furtarello o per avere informazioni su come comportarsi in questioni di microcriminalita'''.

Giovanni Sali, infatti, dopo aver svolto altri compiti, era diventato 'carabiniere di quartiere'. Nelle vicinanze della chiesa della Maddalena, non lontano dal centrale Corso Adda, pieno di negozi, si trova un quartiere vecchio della cittadina ad una decina di chilometri da Milano, un quartiere pieno di vicoli, dove pero' non si sarebbero verificati, ultimamente, particolari episodi di criminalita'. ''Proprio li', dove e' stato colpito - dice un passante - avevano incendiato un cassonetto ma e' l'unico episodio che ricordiamo di problemi di questo tipo qui''. ''Siamo letteralmente scioccati - dicono due anziani venuti a deporre un mazzo di crisantemi bianchi nel punto dove era il corpo del carabiniere - non e' solo una questione di commozione, lui era proprio una persona a cui tutti volevamo bene. Era impossibile non volergli bene. Era davvero un amico per tutti''.

Anche don Mario, parroco della chiesa della Maddalena, non si spiega quanto accaduto: ''Siamo scossi, ma non abbiamo ancora capito bene che cosa e' davvero successo. Non sappiamo al momento che cosa possa essere accaduto e anche le indagini devono partire da zero, e' difficile, e' difficile''. E continua: ''Questo e' un quartiere popolare, un quartiere semplice, dove la gente vive tranquilla''.