Lodi, 18 settembre 2012 -«Dovevano agire per tempo per tutelare la salute della popolazione, invece Asl, Comune e impresa se ne sono fregati. Ci sentiamo presi in giro. Ora raccoglieremo le firme e verificheremo se ci sono gli estremi per un’azione penale». Gianluigi Norbiato (Consumerpoint) è uno dei residenti della palazzina di viale Calabria che si affaccia sui tetti in eternit dei capannoni dell’azienda di autolinee Star in viale Italia. Nel 2009 l’associazione aveva denunciato il degrado delle coperture dei capannoni (una rilevazione era stata effettuata dall’ingegner Roberto Facchini, ndr), aveva chiesto interventi sottolineando l’alto livello di mortalità per tumori negli ultimi 10 anni tra le 24 famiglie del condominio
 

L'Asl aveva dichiarato che l’azienda avrebbe dovuto bonificare circa 2.600 mq di amianto entro il giugno scorso e altri 8.274 meno deteriorati entro un’altra data non specificata, comunque entro il 2015, termine ultimo previsto dal Piano nazionale amianto. Ma così non è stato. “Il Giorno” ha appurato che Asl e Star hanno concordato una proroga. «Se l’Asl ha effettuato un nuovo sopralluogo dopo il termine di giugno, il documento è impugnabile sul piano penale - rimarca Norbiato - avrebbe dovuto spingere la Star ad intervenire nei tempi stabiliti. Il Comune ha emesso ordinanze altrove ma non qui, perché?

Ha convocato due volte i proprietari privati di alcuni box in viale Calabria, ma non ha fatto nulla con l’azienda. Non solo: ha dato il permesso di costruire nuove palazzine. Bisognerebbe vietare ogni costruzione, vendita o affitto di case: le bonifiche verrebbero realizzate a tempo di record». Il fatto che l’Asl, dopo il sopralluogo, abbia concesso una proroga di soli 3-4 mesi è indice, per Consumerpoint, di un livello elevato di degrado dell’amianto: «La gravità è conclamata - dice l’avvocato Paolo Sorlini -. Faremo un incontro coi residenti, proporremo di sottoporsi a schermografie, decideremo se chiedere risarcimento danni e presentare denunce.

 L’amianto è illegale dal ‘92. Ci sono un’area sotto sequestro vicino al Tribunale e altri capannoni con tetti in eternit deteriorati senza che le aziende facciano nulla: segnalate Marmi Crosignani e l’ex Asgrow. La Star, almeno, ha seguito l’iter di legge». «Abbiamo ritardato per i costi - spiega Egidio Zoncada, proprietario Star - ma in questi anni con l’Asl, abbiamo tenuto monitorato la situazione. Ora effettueremo, a dicembre e a marzo, le bonifiche concordate rimuovendo oltre 2 mila mq di lastre di amianto delle coperture più vecchie. Ma ci sono ben altre situazioni, anche in centro città, che andrebbero denunciate».
 

di Laura De Benedetti