Sordio, 12 gennaio 2012 - Un forte botto, che ha fatto esplodere il bancomat sia all’esterno che all’interno della banca, creando danni alla struttura. Ma i banditi sono dovuti scappare senza bottino, non riuscendo a estrarre le cassette di sicurezza dal luogo di protezione. A essere nuovamente preso di mira è la filiale Intesa San Paolo la cui collocazione tra palazzi che si affacciano sulla via Emilia lo rende facile preda di rapinatori e scassinatori. E ora il sindacato Fabi ne chiede la chiusura e lo spostamento altrove: «Quello della notte scorsa è stato il secondo assalto al bancomat ma negli ultimi 3 anni la stessa sede ha subìto 5 rapine in pieno giorno e i colleghi sono molto provati — denuncia Luca Colombo, responsabile del coordinamento Fabi del sud est Lombardia e del Lodigiano per Intesa —. Le ultime due erano state il 17 marzo e il 16 settembre.

Dopo quest’ultima avevamo fatto un sit in davanti all’istituto fino a ottenere che mettessero una guardia giurata. Ma a novembre San Paolo ha posizionato una guardia virtuale, cioè un monitor che fa vedere una guardia impegnata a controllare da remoto, attraverso due telecamere davanti all’ingresso. L’attacco dell’altra notte dimostra che il sistema è inefficace». Martedì alle 3 l boato, con l’ausilio di una batteria per auto o tir. «La deflagrazione ha spinto il pesantissimo sportello interno a 3 metri di distanza, ha divelto armadi e uscita di emergenza, ha fatto crollare controsoffiti: con danni per decine di migliaia di euro. Ma ciò che ci preoccupa di più sono i danni psicologici ai colleghi. Oggi (ieri per chi legge, ndr) la banca è rimasta chiusa e speriamo che continui così: non ci sono le condizione per operare». Dopo il botto, una donna ha visto fuggire due auto Mercedes. La guardia notturna era sul posto quando era scattato un falso allarme antitrusione in una banca a Casalmaiocco: forse sono stati gli stessi ladri a fingere un furto là per avere in via libera a Sordio. «Andremo a parlarne col prefetto — annuncia Ettore Necchi, segretario provinciale Fabi  gli istituti adottino il protocollo d’intesa sulla sicurezza».


laura.debenedetti@ilgiorno.net