Lodi, 29 dicembre 2011 -«Per fortuna la blindatura del furgone ha tenuto. Siamo vivi per miracolo. Ci sparavano addosso con le mitragliette e il furgone era crivellato di colpi: mai vista una cosa del genere». Alessandro Loise, guardia giurata di Lodi in servizio alla Rossetti Group, era a bordo del furgone blindato che martedì sera è riuscito a fuggire dall’assalto di banditi armati fino ai denti sull’autostrada A1.
 

Può raccontarci come è andata?
«Ci hanno attaccato mentre stavano andando in direzione sud verso Lodi, tra il casello di Melegnano e l’autogrill di San Zenone al Lambro. Eravamo in tre: il mio collega stava guidando, quando un’auto bianca è apparsa dietro di noi ed un uomo si è sporto dal finestrino sparandoci 2-3 colpi sul portellone».
 

Poi?
«Abbiamo accelerato, ma ci hanno sorpassato e di nuovo l’uomo si è sporto e ci ha sparato addosso. Penso una ventina di colpi. Poi si sono messi per traverso, per farci fermare, e abbiamo frenato proprio davanti a loro. Il mio collega è stato bravissimo: ha ingranato la retro e ha fatto inversione a U. Poi siamo schizzati contromano sulla corsia di emergenza».
 

Hanno desistito?
«No. Ci hanno inseguito, poi sorpassato di nuovo e si sono messi ancora di traverso. A quel punto li abbiamo speronati sul posteriore, e abbiamo percorso circa un chilometro prima di fermarci, quando ci siamo accorti che non ci inseguivano più. Due minuti dopo è arrivata la polizia».
 

Ha visto in faccia il rapinatore?
«Aveva in faccia un passamontagna credo: ho visto solo un’ombra scura. È durato tutto non più di due minuti, come in un film. Io ho visto solo l’auto bianca: il mio collega ne ha viste due invece. Forse erano anche tre».
 

Avete risposto al fuoco?
«No. Ci sono delle finestrelle nel furgone per sparare, ma non è facile farlo quando è in movimento. Poi quando eravamo contromano c’erano anche auto che venivano contro di noi: potevamo ferire qualcuno».
 

Si è parlato anche di un camper fatto mettere di traverso per bloccarvi più a sud.
«Ce l’hanno detto, ma non l’abbiamo visto. Hanno detto anche di bande chiodate stese più avanti sull’asfalto. Forse volevano bloccarci più avanti, e non si aspettavano un’inversione».
 

Pensa che i furgoni siano sicuri?
«So che la tecnologia si aggiorna sempre, e la blindatura ha retto. È andata bene così».
 

Siete spaventati?
«Beh, quando accade una cosa del genere tra i colleghi la voce gira. Quando senti di un attacco, anche in un’altra regione, dove un collega ci lascia la vita, speri sempre che non accada mai a te. Un furgone porta quasi sempre dei soldi, e quindi si è sempre a rischio. Ma una cosa così non mi era mai accaduta».
 

alessandro.gigante@ilgiorno.net