Montanaso Lombardo, 20 ottobre 2011 - Sigilli al distributore di carburante interno all’azienda e un’ordinanza con prescrizioni relative a rumori e scarichi ieri nella sede operativa (quella legale è a Crespiatica) della cooperativa La Luna, che si occupa di raccolta rifiuti.

 

«Questi atti sono frutto della conferenza di servizio di luglio con Asl, Arpa, Vigili del fuoco, Provincia e la verifica della documentazione fatta con i nostri legali — spiega il sindaco Luca Ferrari —. Il distributore di carburante risulta fuori norma. L’azienda dovrà ottemperare a prescrizioni relative a scarico delle acque, rumori e divieto di assemblaggio di motori nel capannone dove sono parcheggiati i mezzi. So che Asl e Arpa hanno dato indicazioni su cartellonistica e altri elementi relativi alla sicurezza. La coop si era insediata a Montanaso nell’agosto 2010, senza documentazioni. Dopo che, il 17 novembre 2010, abbiamo rilevato le prime inottemperanze, ha avviato le procedure allo Sportello unico. La convivenza è difficile perché la coop è vicina alle case: abbiamo avuto anche una seduta in Consiglio comunale e incontri con i residenti».

 

Questi ultimi lamentano soprattutto il passaggio di mezzi pesanti nelle vie Moro e Gorini, l’avvio delle attività alle 5 del mattino, gli odori molesti, soprattutto d’estate. La coop La Luna, ha circa 80 addetti di cui 35 nel sito di Montanaso, 60 mezzi di cui 15 a Montanaso e, nel Lodigiano, opera a Borgo San Giovanni, Camairago, Cavacurta, Crespiatica, Guardamiglio, San Rocco, Senna, Sordio e Sant’Angelo. L’azienda inoltre da novembre non gestirà più l’appalto a Secugnago; da gennaio, invece, in Ati con Astem, gestirà Borghetto, Graffignana e Villanova. Antonio Tealdo, legale rappresentante, replica alle accuse e afferma di sentirsi “perseguitato”:

 

«Se coltivassimo margherite anziché raccogliere rifiuti, avremmo meno scocciature. Cosa abbiamo fatto di così pericoloso? Non mi tiro indietro, se dobbiamo metterci in regola lo faremo. Bisogna però anche tenere conto che le normative cambiano di continuo. Le prescrizioni odierne sono frutto di accertamenti effettuati prima di quest’estate e la realtà oggi è già diversa. Mi pare che con i controlli stiano proprio esagerando, noi vogliamo fare solo il nostro lavoro ma subiamo queste pressioni perché vogliono mandarci via». L’azienda avvierà il 3 novembre la rimozione dell’eternit: «Abbiamo già i permessi per smaltire 1400 metri quadrati di amianto e mettere a norma il capannone, che avevamo rilevato da un fallimento, senza aspettare l’obbligo di legge. Ora ci occuperemo anche della nostra piccola cisterna di carburante e abbiamo 30 giorni per verificare con i nostri tecnici le altre prescrizioni».

 

Tealdo punta il dito contro «promesse fatte e non mantenute. Abbiamo perso sei mesi in trattative inutili con il Comune che si era offerto di acquistare parte del capannone: l’idea era di mantenere qui gli uffici e trovare un’altra area per il rimessaggio dei camion, anche se le carte che abbiamo in mano dimostrano che questa è una zona artigianale e non residenziale e noi avevamo fatto presente al sindaco la nostra attività prima ancora di insediarci. Voglio inoltre sottolineare che siamo una cooperativa che si occupa di inserimenti lavorativi di persone disagiate: più del 40% dei nostri addetti è composto da disabili fisici e mentali, ex alcolisti o ex tossicodipendenti, ex detenuti».