Casalpusterlengo, 5 luglio 2011 - Blitz della polizia provinciale ieri mattina alla “Pantaeco”, e sigilli all’area nella quale vengono stoccati i rifiuti speciali, dopo la prima selezione e il trattamento delle fasi di vagliatura. Il sequestro riguarda l’area di deposito del pattume ed è stato disposto dalla Direzione distrettuale Antimafia (Dda) di Milano ed è stato eseguito da tre unità operative agli ordini del comandante Angelo Miano. Gli agenti sono arrivati a sorpresa, hanno messo i sigilli secondo quanto stabilito dal gip Cristina Di Censo, su indicazione dei pubblici ministeri Ilda Boccassini e Paolo Filippini.

 

Di fatto, il primo “disco rosso” si è acceso nelle stanze della Procura di Lodi, dove sono arrivati i rapporti redatti dalla Polizia provinciale tra settembre 2010 e aprile e da dove si è provveduto a inoltrare alla Dda il voluminoso fascicolo che denuncia, sul piano penale, gli abusi compiuti dall’azienda, in particolar modo il ricevimento di 81mila metri cubi di pattume in più rispetto alle autorizzazioni.

 

«Il traffico illecito dei rifiuti potrebbe essere reiterato»: questo il commento a caldo del comandante della Polizia provinciale Miano, ieri davanti al piazzale della Pantaeco. Ma c’è un altro colpo di scena dietro l’angolo. L’ipotesi della confisca di tutta la pattumiera. In Pantaeco lavorano 60 dipendenti, di cui molti forniti da cooperative.

 

L’attività dell’azienda entrata nel mirino delle ordinanze di Provincia e Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente), fin dal settembre 2011, doveva essere sospesa nell’aprile scorso, ma la Pantaeco - a metà dello scorso giugno - è riuscita a strappare al Tribunale regionale amministrativo (Tar) una sospensiva per danno economico. E proprio stamane i giudici amministrativi si riuniranno per la valutazione i provvedimenti di Provincia e Arpa.

 

Il “black-out” di ieri, alla vigilia del verdetto, è subito apparso come «un blitz a orologeria». Secondo indiscrezioni, il blitz della Dda potrebbe intercettare una strategia aziendale al momento abbozzata: un piano di risanamento presentato in Regione per realizzare nella discarica una sorta di “miniera” da cui estrarre i rifiuti ancora recuperabili in partnership con altre aziende specializzate.

 

Ma preoccupa la situazione del percolato in Pantaeco. Un’alta criticità che l’Arpa ha messo da tempo sotto osservazione. «Nonostante i provvedimenti di sequestro Pantaeco dovrà continuare le operazioni di bonifica del percolato», afferma il neodirettore dell’Arpa Walter Di Rocco.