Lodi, 31 maggio 2011 - Per la prima volta negli ultimi 10 anni, tra 2009 e 2010 il numero degli stranieri nel Lodigiano ha subito una lieve flessione (-0,8%). In compenso il Lodigiano, pur essendo penultimo in Lombardia per presenze straniere in valore assoluto (29.200 immigrati), è la provincia che ha registrato la crescita più alta (+330% contro una media regionale del 183%) tra 2000 e 2010, passando da 6mila a quasi 30mila stranieri. A presentare i dati frutto del lavoro dell’Osservatorio della Provincia, ieri a palazzo San Cristoforo, è stato Alessio Menonna ricercatore dell’Orim (Osservatorio regionale per integrazione e multietnicità).

«Il Lodigiano però — ha detto — si caratterizza sempre più per la tendenza alla stabilizzazione, dovuta al rientro in patria di alcune nazionalità, soprattutto marocchini, e al calo degli irregolari per effetto tanto della regolarizzazione di colf e badanti, quanto dell’entrata nella Comunità europea della Romania, principale etnia nel territorio (quasi 7.500 persone, seguite da 3.500 albanesi, 3mila marocchini e oltre 2.500 egiziani): ciò ha sanato molte posizioni». Gli stranieri iscritti all’anagrafe sono saliti salito, tra 2009 e 2010, dal 79 all’ 84% mentre gli irregolari sono scesi dall’ 11 al 7% (da 3mila a 2mila; 14% ucraini, poi nigeriani, indiani e senegalesi).

Se in Lombardia in un anno è cresciuto soprattutto il numero di pakistani, nel Lodigiano c’è stata l’impennata di persone provenienti da Bosnia-Erzegovina (+57,8%) e Senegal (53,8%): si tratta di un centinaio di persone. Sono invece ben 200 i nuovi immigrati egiziani che però, data la già forte presenza, aumentano “solo” dell’8%. Dal dossier risulta che la crisi ha riportato gli stranieri al 36,2% di lavoro fisso (era il 32% nel 2000 e il 49,5% nel 2004, con impieghi nel settore edile per il 21,6% dei casi e come operai nel 15,9% per gli uomini, assistenza domiciliare 25,3% , lavori domestici 12,3 e ristorazione 12,3 per le donne), mentre i disoccupati sono passati dal 7,6% di 10 anni fa al minimo di 3,7% del 2005, poi al picco del 13% dell’anno scorso.

In crescita chi vive in case di proprietà: 33,4% nel 2010 contro il 6,6% del 2000, dato più alto della Lombardia. Calo di chi vive nei centri di accoglienza (oggi l’1,2% contro quasi il 20% di 10 anni fa) o in coabitazione (dal 19,4% al 9%), mentre gli affitti sono saliti al 42,9% (era il 39,2%).

L’assessore provinciale Mariano Peviani parla di “modello lombardo” e “modello lodigiano” di integrazione che, dati alla mano, sta dando frutti. «Pur crescendo gli stranieri diminuiscono i clandestini e l’illegalità: c’è la volontà di tanti di costruirsi un futuro, mettere radici, diventando grazie anche all’apporto delle associazioni di volontariato una risorsa per la società».