Codogno, 3 maggio 2011 - Violenza sessuale nei confronti di due giovani pazienti. È questa la pesante accusa che da ieri mattina grava sulle spalle di un medico psichiatra di 55 anni residente a Lodi, A.M.. Dottore che lavora presso il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (Spdc) dell’ospedale di Codogno: i carabinieri del comando codognese lo hanno tratto in arresto nelle prime ore della mattinata di ieri, su disposizione della Procura di Lodi, dopo le indagini durate cinque mesi, dal momento in cui, a dicembre, due giovani degenti hanno sporto denuncia, raccontando ai carabinieri la loro versione dei fatti.

Prima l’una, poi l’altra amica, si sono liberate di un peso che probabilmente fino a quel momento le opprimeva e i due racconti messi nero su bianco si sono intrecciati in una storia unica che è stata la base per avviare i riscontri da parte degli inquirenti.

La vicenda prende avvio nel mese di giugno del 2010, in un momento drammatico della vita di una ragazza ventenne italiana che è costretta al ricovero presso il reparto psichiatrico a seguito di una grave crisi depressiva. Un periodo breve, durante il quale la giovane è stata sottoposta ad un trattamento medico-sanitario, ma che non avrebbe mai immaginato di vivere un ulteriore momento terribile, un vero e proprio incubo. All’interno dell’Spdc, secondo la denuncia, comincerebbero le attenzioni morbose del medico, che sarebbe passato dalle carezze ad una vera e propria violenza sessuale.

La 20enne, in quel contesto, ha raccolto pure le confidenze di un’altra ragazza ricoverata, di circa 25 anni, che, durante il medesimo periodo di degenza, le ha riferito di essere stata a sua volta oggetto delle attenzioni particolari da parte del medico. Il rapporto stretto tra psichiatra e paziente, dunque, sarebbe stato travalicato, secondo l’accusa, e i presunti abusi sessuali sarebbero avvenuti sia all’interno del padiglione Bignami, dove si trova l’Spdc, che all’esterno, una volta che la ragazza è stata dimessa.

Addirittura, secondo il racconto della ragazza, per vincere le loro resistenze, oltre a farsi forte del suo ruolo, il 55enne, secondo l’accusa, prescriveva alle giovani ansiolitici e sedativi, con l’obiettivo di frenare le resistenze delle due donne. Poi, ci sono voluti sei mesi prima che la 20enne prendesse il coraggio a due mani e riuscisse a raccontare tutta la sua drammatica vicenda. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lodi ha concordato con le risultanze investigative dei carabinieri e ieri è scattato il blitz nell’abitazione dello psichiatra. I militari dell’Arma si sono presentati in casa del medico che avrebbe mostrato stupore per il provvedimento restrittivo emesso nei suo confronti.

Lui, alla vista dei carabinieri, ha detto: «Non ci posso credere, è stato un errore», cadendo dalle nuvole. Ora gli inquirenti hanno lanciato una sorta di appello: «Se esistono eventuali altre potenziali vittime, speriamo trovino la forza di denunciare gli abusi subìti».