Lodi, 2 maggio 2011 - Le preoccupazioni per l’andamento del titolo in borsa sono state il filo conduttore degli interventi dei soci del Banco Popolare accorsi ieri in città per partecipare all’assemblea annuale del gruppo, nato il primo luglio 2007 dalla fusione tra il Banco Popolare di Verona e Novara e la Banca Popolare Italiana e accreditato attualmente del quinto posto a livello nazionale.

Era attesa una carica di 6 mila persone. Alla fine sono stati 5.600 (rappresentativi di 9.400 voti) i presenti fisicamente nelle tre maxi tensostrutture allestite nelle immediate vicinanze del PalaCastellotti di via Piermarini. Punto principale all’ordine del giorno dell’appuntamento era l’approvazione del bilancio 2010, andato in archivio con un utile di 308 milioni di euro e un dividendo di 3 centesimi ad azione.

Alla fine il documento è stato approvato con 7.144 voti favorevoli, 13 contrari e 8 astenuti. Gli azionisti hanno preso d’assalto le strutture fin dalle 8 del mattino mettendo a dura prova un’organizzazione messa a punto da settimane e hanno potuto apprezzare fin da subito la sala buffet, ricca di prodotti in arrivo da Lodigiano ma anche da tante altre regioni d’Italia. Alle nove in punto il presidente del Consiglio di sorveglianza Carlo Fratta Pasini ha aperto i lavori.

Quindi è stato anticipato subito il voto sulle nuove nomine del Consiglio di Sorveglianza. Nell’organismo sono stati eletti Gian Luca Rana di Verona, Angelo Squintani di Lodi, Fabio Ravanelli di Novara, Cristina Zucchetti nata a Lodi, Alfonso Sonato di Verona. Esce invece Costantino Coccoli di Lodi. L’analisi dello scenario economico in cui si muove in questo momento il Banco è stato affidato quindi a Vittorio Coda, presidente del Consiglio di Gestione, il quale ha posto l’accento sulle difficoltà.

«La situazione di Italease è stata sistemata così le criticità ereditate dalla Banca Popolare Italiana – ha affermato —. L’operatività del gruppo sta viaggiando bene. La Borsa non lo capisce e penalizza il nostro titolo, ma è perché dopo la crisi i mercati finanziari esprimono valori decisamente al di sotto dell’effettivo valore delle aziende».

Più duro l’intervento di Pierfrancesco Saviotti, consigliere delegato del Banco. «Entro il 2012 saremo oltre il livello minimo richiesto da Basilea 3 — ha garantito Saviotti —. Il nostro bilancio non ha asset tossici, putroppo però c’è ancora chi parla di buchi di bilancio. L’unico mio cuccio è il titolo che perde colpi in Borsa. Dobbiamo cercare di guadagnare di più e di completare il rafforzamento patrimoniale. Non prevediamo però nuovi aumenti di capitali».

Poi un fiume di interventi iniziati dai sindaci di Lodi Lorenzo Guerini, di Novara, Silvana Moscatelli («il banco adesso può sperare in un futuro più roseo») e di Verona Flavio Tosi («la grande partecipazione all’appuntamento è segnale di attaccamento»).