Casalpusterlengo, 1 aprile 2011 - Un inceneritore vicino allo stabilimento Lever o un semplice impianto senza conseguenze e rischi per l’ambiente? In questi giorni nel Lodigiano si sono rincorse voci e accesi scontri politici. Cerchiamo di vedere chiaro in questa vicenda. In Regione Lombardia, (come si può accertare sul sito informativo lombardo per la Valutazione di impatto ambientale), nei primi giorni di marzo è arrivato il progetto presentato dalla società israeliana Elcon Italy srl per la costruzione di un impianto per il trattamento di rifiuti, prevalentemente allo stato liquido, sull’area ex Chiapparoli della Lever.

L’impianto potrebbe avere una capacità massima di circa 500 tonnellate al giorno, per una potenzialità annuale di 175.000 tonnellate all’anno. I proponenti hanno sottolineato che utilizzerebbe la stessa tecnologia di quello esistente, sempre di proprietà Elcon, situato ad Haifa, in Israele e «che funziona con piena soddisfazione del gestore e del mercato da alcuni anni».

Per ottenere il via libera alla struttura la società Elcon deve intraprendere la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale e titolare dell’istruttoria è la regione Lombardia. L’impianto sorgerebbe nella parte più occidentale del complesso produttivo Unilever di Casalpusterlengo, in un’area la cui superficie complessiva è di circa 20 mila metri quadrati. I capannoni esistenti sarebbero fra loro collegati da due gallerie (passaggi coperti). Il primo, più grande e più vicino alla strada di accesso, sarebbe ristrutturato (in particolare verranno rimosse parti del tetto) per una maggiore razionalizzazione degli spazi e dei volumi e realizzando zone ben definite e separate per le caratteristiche funzionali. L’azienda fa sapere che anche la seconda unità, posizionata più a sud e condivisa con un’altra realtà produttiva (Unilever), resterà nell’attuale configurazione.

Il progetto prevede l’uso dell’area per un edificio destinato al processo (alto circa 20 metri e dotato di copertura), un parco stoccaggio materie prime, un parco stoccaggio materiale di carico al processo (attiguo all’edificio di processo), un parco stoccaggio reagenti, una palazzina per uffici e laboratori, un edificio per utilities e manutenzione, un’area parcheggio autovetture (da 30 posti auto), un’area parcheggio e movimentazione mezzi pesanti, una torre di raffreddamento.

I rifiuti liquidi entranti proverranno principalmente da industrie della Lombardia situate al massimo a 80 chilometri. Sono anche previsti l’accoglienza di rifiuti liquidi prodotti dalle aziende farmaceutiche e la realizzazione di un camino alto 40 metri.