Lodi, 30 marzo 2011 - Entro il primo luglio al posto dell’Ato (Ambito Territoriale Ottimale) dovrà nascere una nuova Azienda Speciale (forse col nome di Ufficio d’Ambito), interamente controllata dalla Provincia, con il compito di determinare gli indirizzi per il servizio idrico integrato e le tariffe da applicare, e controllare la gestione del servizio.

«La nuova azienda — spiega Diomira Cretti, direttore dell’Ato — avrà una propria autonomia, pur essendo controllata dalla Provincia. In base alle norme regionali, a guidarla sarà un consiglio di amministrazione composto da 5 membri, 3 dei quali indicati dalla Conferenza dei Comuni, e due direttamente dalla Provincia».

«In pratica, — aggiunge — per la gestione del ciclo integrato dell’acqua, la nuova azienda deciderà quali investimenti effettuare, determinerà gli obiettivi di qualità che il gestore dovrà perseguire, stabilirà le tariffe, vigilerà che il gestore persegua le linee di mandato. Se la Provincia, tramite la nuova azienda speciale, sarà dunque il controllore, Sal (Società Acqua Lodigiana, dove sono confluiti gli impianti di Asm di Codogno, Astem di Lodi, Basso Lambro Impianti e Cap Gestione), che svolge il ruolo di gestore delle reti idriche, sarà il controllato. In mezzo la nuova Conferenza dei Comuni, istituita il 15 marzo scorso con un proprio regolamento, con il compito di esprimere un parere vincolante sugli indirizzi dati dalla Provincia. Presidente della Conferenza è stato eletto il sindaco di San Martino Luca Marini; vice il sindaco di Secugnago, Mauro Salvalaglio».

La nuova azienda speciale potrebbe giocare un ruolo fondamentale anche nell’auspicata gestione unica territoriale del servizio rifiuti: «In Veneto ed Emilia è già così: l’Ato si occupa sia di risorse idriche che di rifiuti. Anche la legge nazionale lo prevede. E diversi sindaci lodigiani hanno espresso la volontà di approdare ad una gestione unica dei rifiuti: si potrebbe prendere il modello di gestione idrica integrata ed esportarlo nei rifiuti. Manca solo al momento la formalizzazione di queste ulteriori competenze agli Ato da parte della Regione».